Se si potesse quantificare l’urgenza di mettere in moto soluzioni concrete per risolvere l’impatto fatale della moda nella gravità della crisi climatica ambientale in cui siamo tutti profondamente e collettivamente infilati, tale quantificazione potrebbe essere una soltanto: adesso!
Eh no, non si tratta di mero terrorismo psicologico: i dati ufficiali parlano chiarissimo, come anche il nostro guardaroba, specchio sincero della nostra coscienza di amanti a volte troppo appassionati, e a volte troppo poco informati, di quel vorticoso mondo intriso di grande fascino che è la moda.
Adesso! È questa dunque la vera risposta alla necessità di agire in modo altrettanto impattante e altrettanto collettivo, ma in maniera assolutamente virtuosa: eh no, non si tratta di mero romanticismo retorico. Bensì di una risposta del tutto concreta: ovvero, il Circular Fashion Summit, il primo convegno per la moda sostenibile progettato come azione collettiva, che si terrà il 28 settembre nel cuore della Fashion Week di Parigi.
Grazie a Lablaco, che sulla moda circolare ha fondato la sua identità giovane e la sua dichiarazione d’intenti sostenibili di grande successo.

Andiamo dunque con ordine e fissiamo i pilastri essenziali per comprendere al meglio il valore di questa iniziativa. Lablaco è la prima piattaforma di Circular Fashion, ed è opera di Lorenzo Albrighi e ShihYun (Eliana) Kuo: la loro missione è ridisegnare il sistema moda declinandolo in un ecosistema fondato sulla circolarità dei prodotti e sulla trasparenza, e lo fanno tramite lo strumento della piattaforma aperta, la prima abilitata per Blockchain, progettata percreare un sistema di nuova generazione sostenibile, tracciabile e aperto per tutti.
Dalla piattaforma all’iniziativa del summit internazionale il passo è breve, ed è soprattutto fondamentale: lo dichiarano i dati, in base a cui a livello globale, secondo le Nazioni Unite, l’industria della moda è responsabile per circa il 10% di tutte le emissioni di gas a effetto serra,e la prospettiva di questo andamento dimostra che la moda arriverà adutilizzare fino a un quarto del bilancio mondiale del carbonio entro il 2050, con un aumento delle emissioni di oltre il 60% entro il 2030.Riguardo questa urgenza è già stato stabilito un altro “Adesso!”: ovvero il Fashion Pact, il patto di sostenibilità, firmato da 32 importanti nomi del settore, con l’impegno di definire una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile condivisi (SDG, Sustainable Development Goals), in un programma che è poi stato presentato durante il G7. Il Circular Fashion Summit nasce a supporto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: il primo convegno che è una vera azione collettiva, e accadrà presso Station F, il più grande hub tecnologico al mondo, che include aziende come Apple, Google, Facebook, Amazon e più di 200 start-up internazionali, tra le quali anche Lablaco. I protagonisti sono nomi altrettanto globali: leader come Kering, IBM, Adidas, Eco Age, The Lane Crawford Joyce Group L’innovazione tecnologica virtuosa, insieme all’impegno consapevole anche dei grandi è infatti una delle chiavi essenziali del cambiamento.

Circular Fashion Summit: Lablaco organizza il primo convegno per la moda circolare, un’importante azione collettiva per la sostenibilità.

Il Summit sarà ospitato da Evelyn Mora, Consulente & Fondatrice di Helsinki Fashion Week, e la sua sostanza virtuosa è imperniata su 3 Talk per 3 Goal, obiettivi misurabili da raggiungere collettivamente in 12 mesi. Il primo “Upcycling for Good”, coinvolge esperti di progettazione sostenibile di aziende come Adidas, MYAR, Sensai, Future Tech Lab, The Mills, e, grazie alla partnership con Sensai, fissa l’obiettivo di riciclare 1.000 sneaker dalla plastica nell’oceano e condividere attraverso la piattaforma Lablaco ai bambini di Kabul, Afghanistan, per supportare pienamente giovani con attività sportive e responsabilizzazione sociale. Il secondo panel fissa il focus su “Blockchain & Traceability” e sulle sfide della tecnologia, della produzione e delle dinamiche dei gruppi del lusso, e fissa il goal di creare una catena di approvvigionamento trasparente per il consumatore finale con l’obiettivo di tokenizzare 10.000 sku sulla piattaforma di Lablaco per la massima trasparenza e tracciabilità. Il terzo panel s’intitola “The Power of Recirculation”, coinvolge esperti di ONG, moda, comunità, istruzione e organizzazione come Istituto Marangoni, Eco Age, Fashion Revolution, e ha l’obiettivo di mettere in ricircolo 100,000 capi per lridurre l’impatto ambientale. Assieme ai panel c’è un altro importante highlight: l’Impact Design Hub, un collettivo di talentuosi fashion designer d’avanguardia sostenibile, la cui ultima collezione verrà presentata all’Open Platform di Station F durante l’evento.
Grazie alla piattaforma aperta di Lablaco, l’azione collettiva è davvero aperta a tutti: tutti infatti possono partecipare al raggiungimento di uno dei 3 goal rimettendo in circolo i capi inutilizzati. Come?Condividendo capi usati su Lablaco e aderendo alla campagna collettiva #FashionFootprintChallenge, che mira a ricircolare 100.000 capi in 12 mesi, risparmiando 2,000 tonnellate di CO2 e 3,000,000 di litri d’acqua dalle discariche e inceneritori di tutto il mondo.
La sostenibilità ci chiama, rispondiamo: adesso!