Con la moda accadono, da sempre e per fortuna ancora spesso, collaborazioni particolari che hanno l’effetto intrigante di mondi pressoché mitologici che si sintonizzano, conversano, per un’occasione creativa s’intersecano, e innescano una sinergia: ognuno con la sua fama distintiva di grande portata talentuosa, tutti che nel risultato nuovo lasciano tracce della propria identità con cui hanno già scritto pagine sempiterne della nostra storia. Questo è uno di quei casi felici, in cui due universi monumentali s’incontrano, non deflagrano, ma s’uniscono a raccontare una nuova storia che ne porta con sé due, anzi, in realtà tre.
La prima, in assoluto la più importante, o per meglio dire, la protagonista: la nuova collezione Levi’s RED dedicata alla p/e 2021.
La seconda sta nel racconto visivo della campagna pubblicitaria: in cui gli scatti d’arte provengono dall’obiettivo del celebre Anton Corbijn.
La terza è intrecciata, o meglio è il caso davvero di dire intessuta, nelle trame della prima: perché dentro le nuove creazioni Levi’s RED sono rievocati, ripensati e rielaborati i pilastri che reggono l’eredità originale Levi’s.

Ma andiamo con ordine, invertiamo la marcia e scopriamo le connessioni utili a goderci le creazioni.
Innanzitutto entriamo nella dimensione speciale di Levi’s RED, che nasce a fine anni ’90, più precisamente nel 1999, ed è concepita con una natura del tutto singolare per un marchio che avanza dritto a plasmare con il jeanswear la vita ordinaria del mondo e l’immagine straordinaria delle celebrity sin dal quel lontanissimo 1873, in cui i blue jeans furono inventati come risoluzione più pragmatica che estetica per i lavoratori. La natura singolare di Levi’s RED sta nel suo essere una sorta di hub sperimentale, un’etichetta che firma la ricerca sperimentale in cui Levi’s reinventa Levi’s: una performance di meta-jeans si direbbe, in cui l’intento è selezionare dall’immenso archivio le icone più classiche per sottoporle alle riprogettazioni più avanzate. Il risultato sono collezioni che accadono come eventi da celebrare, perché non seguono una calendarizzazione regolare, ma rompono tanto le regole del tempo quanto soprattutto quelle che del suo dna denim: nelle rare e per questo pregiate edizioni, il jeans, il fit, i dettagli, i materiali, vengono stravolti e ripensati in nuovi modelli in jeans che mentre da un lato tengono salda l’ancora nel passato, dall’altro si proiettano nel futuro. La nuova s/s 2021 di Levi’s RED ha messo l’ancora dell’ispirazione nel periodo della sua prima apparizione: la fine degli anni ’90, il periodo del trionfo della vestibilità over.
E non poteva esserci affinità elettiva migliore che con Anton Corbijn: lui che con il suo occhio dietro l’obiettivo fotografico, video e cinematografico, e con il suo stile unico, che mescola sensibilità e determinazione talentuosa, ha ritratto l’anima umana dentro le icone che hanno plasmato l’immaginario mondiale anche di quegli anni. Lui che ha collezionato storie di vita in musica, in arte e in moda, dentro lavori memorabili composti da ritratti, shooting per riviste, cover di dischi, music video e lungometraggi con, giusto per citare qualche nome delle innumerevoli celebrità: gli U2, i Depeche Mode, David Bowie, Joy Division, Nick Cave, Red Hot Chili Peppers, Johnny Cash, Iggy Pop, William Burroughs, Clint Eastwood, Kate Moss, Naomi Campbell, Joni Mitchell, Rolling Stones, Bjork, Kurt Cobain e i Nirvana, con cui nel 1993 si aggiudica l’MTV Music Award per il miglior video dell’anno: “Heart Shaped Box”.

Levi’s RED p/e 21: Levi’s reinventa i suoi classici col tipico stile over anni ’90, l’iconico occhio rock di Anton Corbijn firma l’adv

La collezione Levi’s RED p/e 2021 è dunque un appuntamento di stile per chi indossa la moda della contemporaneità, in cui gli anni ’90 son tornati in tutta la loro forza estetica e autenticità, ed al contempo è una delizia da veri appassionati estimatori dell’archivio Levi’s, dato che il frutto delle reinvenzioni è una sinfonia di dettagli creativi e piccole ma nobili sofisticazioni.
La vestibilità è loose: perciò una fotografia della silhouette Novanta, con i volumi così ampi da esasperare le proporzioni in cui le spalle si abbassano, gli orli si ammorbidiscono, la ampiezze quasi si sciolgono. Intanto i dettagli esclusivi innovano i capi: cuciture a zig-zag e irregolari rimpiazzano i classici rivetti, la tradizionale back patch Levi’s® in carta o pelle torna a caratterizzare i jeans e le giacche, una “R” gialla si nasconde nel Red Tab e i bottoni appaiono con l’aspetto consumato; t-shirt, felpe e top sfoggiano speciali etichette Levi’s® Red cucite all’interno del collo. La rivoluzione materiale incontra invece la necessità dell’eco-sostenibilità: i capi Levi’s RED sono realizzati in canapa cotonizzata, un tessuto innovativo che richiede meno acqua del cotone ma mantiene la morbidezza e l’originaria confortevolezza.
L’esito della sinergia nelle immagini di campagna pubblicitaria, è altrettanto da intenditori: Anton Corbijn narra col suo stile fotografico la collezione rendendola viva indosso alla modella e al modello che si muovono a passo di danza, indossano i capi insieme ai gesti che ne descrivono le forme, ne esaltano i volumi ridisegnati, fanno di nuovo respirare l’aria degli anni Novanta in quei dettagli sottili infilati nelle forme attuali.