Ah il cerchietto, vezzo senza tempo e senza età: erede delle antiche e gloriose corone d’alloro, delle poetiche ghirlande d’intrecci fioriti e dei grandiosi diademi regali; complice di decoro e messa in ordine dell’acconciatura apparentato alla grande famiglia di cui fan parte fasce e foulard, tornato in auge, ma in realtà mai davvero scomparso, qualche tempo fa quando venne sfoggiato da reginette televisive metropolitane -Gossip Girl, anyone?- e ad oggi celebrato come must-have del lifestyle urbano persino nella sofisticatezza rigonfia che rievoca la ricercatezza preziosa dei copricapi delle dame rinascimentali.
Il cerchietto è un accessorio che ha in sé il senso della semplicità, eppure ha l’abilità di abbracciare innumerevoli pagine della storia dell’umanità, di allacciare immaginari che nella versione più ricca diventano principeschi, regali, sognanti, e nella versione più giocosa ci riportano pressoché tutte all’infanzia spensierata trascorsa spesso in compagnia di quest’oggetto che teneva a bada lunghe capigliature cercando di regalare un pizzico di finezza divertita.

Il bello del cerchietto è che può essere al contempo un rifugio di comodità e un gesto di vanità: basta appoggiarlo sul capo e già la percepisci quella sensazione piacevolissima di aver regalato a te stessa una dose di buon gusto e frivolezza, qualunque sia la sua apparenza estetica.
Il bello del cerchietto firmato da The Beatriz è l’unicità: discendente, ça va sans dire, degli esemplari narrati qui sopra, eppure appare come un’opera di magia architettonica dedicata a scolpire l’aria con brevi gesti netti delle mani, che ci plasmano dei segni che lì per lì son quasi sogni da contemplare con lo sguardo, e poi rivelano la loro vera natura di accessori da indossare sul capo.
Merito di Valentina Giammarco, che dell’appena nato brand The Beatriz è la fondatrice e la creatrice dei copricapi: accessori che custodiscono la sua passione per la modisteria d’antan, l’allure vitage in particolare degli anni ’30, l’amore per l’opera e il savoir faire francese, assieme alla bravura manuale di lavorare ogni creazione in maniera artigianale e un particolare talento per l’arte della sottrazione applicato all’opulenza tradizionale del fascinator, per liberarlo dai decori e rivelarlo nella sua essenza geometrica intrigante.

The Beatriz è il brand di Valentina Giammarco: cerchietti couture leggeri come arte minimale, glam come l’eleganza retró a cui s’ispirano

I cerchietti di The Beatriz sembrano, infatti, aver ereditato la magia area delle opere di Calder: son fatti per esser poggiati sul capo, certo, eppure hanno quella speciale leggerezza che chiamarli minimalisti finirebbe per non rendere appieno la loro bellezza.
Son fatti per essere flessibili, ma non deformabili. Son fatti a mano, in edizione limitata: in materiali che comprendono il velluto, la pelle, la crinolina, e tinti nelle cromie della delicatezza.
Son fatti per assecondare le varietà del gusto e del carattere femminile, ma anche per accompagnare ogni occasione: dalla sveltezza della routine quotidiana alla ritualità elegante della cerimonia.
Son battezzati con nomi che, a proposito di storia dell’arte, sembrano provenire dalle dichiarazioni d’intenti futuriste: i modelli iconici si chiamano Vertigine, Fuggevole e Miraggio.
E son consegnati in una scatolina trasparente che gli fa da scrigno di design e conferma felice della predilezione per la leggerezza.