C’è davvero bisogno di storie nuove di giovani realtà che affidano le radici del proprio progetto di moda alla concretezza virtuosa, e lo fanno sbocciare nell’amore per la bellezza, quella però che richiede un’ottima dose di coraggio perché ha a che fare con la sincerità: ovvero, con una dichiarazione d’intenti imprenditoriale che abbraccia innanzitutto la passione personale, e allo stesso tempo la allaccia ad una lucida visione collettiva raccontando, così, insieme al fascino delle creazioni, anche la propria posizione salda e positiva.
C’è davvero bisogno di giovani che con la serietà appassionata della loro attività, la forza della freschezza, e la dedizione determinata a plasmare il proprio spazio nella moda affinché non sia un ennesimo divertissement trendy, ma anzi, abbia tutto il valore ponderato del contributo a migliorare il settore, e con esso il mondo in cui viviamo: ecco, giovani così ci forniscono una felice smentita ai facili pregiudizi che ancora troppo spesso li riguardano. E ci dimostrano che sì, si può creare bellezza nutrendo le proprie predilezioni, e nel frattempo si può rispettare e ripristinare quel che di più prezioso abbiamo, dal pianeta che abitiamo al patrimonio manifatturiero e umano del cui declino spesso non ci accorgiamo, grazie alla semplicità del buon senso custodito nella scelta della sostenibilità.
Quindi, c’è davvero bisogno di Vernisse: che tutte queste virtù le condensa e le instilla in ogni sfaccettatura del suo mondo, un piccolo universo nuovo di bellezza sartoriale che inizia nella dichiarazione d’amore per la ricerca vintage e nella scoperta di tesori nei tessuti.

Vernisse ha una storia giovanissima, iniziata neanche due anni fa, e condivide la giovinezza con le due fondatrici che ne sono il cuore entusiasta, l’anima creativa, la mente imprenditoriale, la voce aperta e accogliente: Francesca Filipo ed Eugenia Penta. Giovinezza intesa come valore aggiunto di freschezza: perché, appunto, il consiglio è di non cedere alla tentazione di appoggiare solo uno sguardo superficiale su questa realtà, bensì di lasciarsi guidare dalle intenzioni salde e dalle creazioni affascinanti che compongono il racconto e il mondo del brand. Che è uno scrigno prezioso di abiti e accessori nuovi creati da mani che son maestre di lavorazioni sartoriali artigianali, e nati da tessuti che, a loro volta, son già nati parecchio tempo fa: insieme alla bellezza, nel cuore di Vernisse c’è infatti, l’intenzione etica e la pratica sostenibile a creare capi che danno nuova vita a tessuti già esistenti. Capi che sono ideati per restare nel tempo.
Per una ragione semplicissima: ovvero che chi li sceglie se ne innamora davvero perché sono speciali, a loro modo unici, vestono il gusto personale, si allacciano alle emozioni, e i modelli son studiati per essere contemporanei senza sottostare alle tendenze rapide. Quindi son perfetti per essere indossati nella vita quotidiana e nelle sue molteplici occasioni: e son ideali da custodire con garbo, per fargli proseguire il viaggio di stile tra le generazioni.
In Vernisse c’è l’innamoramento a fare da bussola: quello che abbraccia e accomuna Francesca ed Eugenia per il vintage, o meglio per il gusto della ricerca, la spinta entusiasta e pervasiva ad esplorare ogni fonte a disposizione, dai mercatini dedicati agli archivi storici di collezionisti che serbano tesori di stoffa.
Tessuti ed elementi di epoche passate, esemplari dimenticati di materiali squisiti, lavorazioni eccellenti, ricami straordinari, stampe belle da impazzire! Insieme a tessuti di giacenza dalla qualità d’eccellenza che raccolgo da fornitori di fiducia, questa è la materia prima pregiata, seta soprattutto e altre fibre naturali, che orienta la creatività di Francesca ed Eugenia: che si svolge con la pratica virtuosa dell’upcycling di stoffe ed anche stampe, riprodotte per riviverle su sete bianche di recupero quando gli esemplari originali son pressoché rarefatti.
C’è anche l’innamoramento per l’etica ampliata alla manifattura: Francesca ed Eugenia collaborano con laboratori artigianali con cui condividono l’amore per il mestiere che si prende cura di ogni dettaglio, dalle confezioni sartoriali ai bottoni ricoperti a mano con gli scampoli di stoffa, fino alla stampa eco-sostenibile. Certo, oltre al romanticismo c’è il pragmatismo: collaborare con i piccoli laboratori artigiani italiani significa valorizzarli anziché lasciare che scompaiano, e significa credere davvero che quello che in gergo si chiama ‘slow luxury’ sia né più né meno una scelta coscienziosa rivolta al benessere personale e collettivo.

Vernisse, l’amore per il vintage: i tessuti conducono la danza della creatività sartoriale con gusto attuale, stile timeless e sostenibilità

Infatti, come accennato, in Vernisse non c’è il compromesso consumistico delle collezioni scandite dal calendario fashion della stagionalità: invece, c’è la sincerità di capsule collection progettate in base al tessuto che le stiliste le ha fatte innamorare, c’è la continuità dei capi senza tempo, c’è il pregio di capi unici, a volte anche irripetibili perché la loro sofisticatezza originaria oggi non è replicabile, di certo ancor più speciali dato che gli abiti proposti si possono modificare, su richiesta, nei dettagli e modellare secondo i propri desideri.
Se dovessimo individuare un capo simbolo dell’essenza di Vernisse potrebbe essere la camicia insieme al colletto, che proviene da una variazione sul tema delle prime meravigliose camicette ottocentesche che hanno ispirato Francesca ed Eugenia a declinarle in versioni chemisier, e a ideare il jolly raffinato del colletto amovibile che, con la furbizia dei bottoncini nascosti, trasforma la camicetta Build Me Up, nata semplice e con la linearità del collo alla coreana, accessoriandola o impreziosendola quando il collo si posiziona a mo’ di morbido jabot.
A tema camicetta c’è il modello Kyoto, plasmato sull’organza di seta scovata in un archivio romano, e proposta in versione animalier ma anche con ricami floreali che brillano sulla trasparenza. A proposito di motivi decorativi, insieme alla sofisticatezza di un tempo c’è anche la grinta colorata che rievoca i favolosi anni ’80 e ’90, of corse! E ancora, come fosse nato da una camicetta, come si può resistere al fascino dell’abito Oopsy Daisy, fatto della grande sofficità della seta che è nelle trame del velluto, e stretto in vita da una fusciacca a contrasto, come nel caso splendido del rosa che s’infiocchetta sul verde smeraldo? Tra l’altro, sorpresa! Il gioco della trasformazione accade di nuovo e l’abito può essere indossato a mo’ di cappotto.
A proposito dei colletti, si possono acquistare a sé per scatenare la fantasia stilosa, e aggiungere il proprio tocco personale al fascino speciale che hanno tessuti e capi che, insieme all’estetica ricercata, custodiscono una storia propria da raccontare. E che attraverso Vernisse continuano il racconto con nuove, bellissime storie!