Questa è una storia che potrebbe indossare l’incipit sognante delle favole, quel “c’era una volta” che accompagna l’immaginazione e il desiderio sulla soglia della meraviglia, con in più la virtù di essere iniziata non così tanto tempo fa da sfumare quasi nel mito, e nemmeno in un posto così lontano lontano da disegnare una distanza siderale: ebbene, in questo nostro caso la storia, avvolgente come una favola e concreta come un’impresa, aziendale ça va sans dire, inizia 100 anni fa precisi in un luogo assai vicino, ovvero la nostra Italia.
Però, e per fortuna! in qualità di protagonista non ci sono eteree principesse in attesa sospirante di un baldanzoso principe che si disturbi a salvarle per sfavillare nell’impresa romantica. Au contraire, c’è una famiglia unita che porta avanti, col successo che viene dall’impegno e dedizione, l’impresa importante inaugurata dal suo capostipite con l’ingegno brillante e la passione generosa: ovvero il marchio, e con esso il mondo, di Rudy Profumi, nato nel 1920 nel cuore di Milano e cresciuto oggi in tanti paesi del mondo, pur mantenendo l’incanto autentico e la qualità superba della sua indole d’italianità produttiva e raffinata.
Or dunque, Rudy Profumi festeggia un’età del tutto ragguardevole: 100 anni sono una dimostrazione di determinazione talentuosa, un sigillo di eccellenza praticata con intelligenza e coerenza, un vessillo di abilità ad attraversare il tempo trattenendo quel che della tradizione è sano e prezioso, e allo stesso tempo aprendo lo sguardo e l’abbraccio su quello che l’evoluzione del mondo e del gusto suggerisce.
Sempre nuovi, eppur mai diversi da se stessi: l’azienda, e la famiglia con essa, di Rudy Profumi celebra questo secolo di successo con collezioni di prodotti e proposte che hanno i profumi, il design, la ricercatezza e la delicatezza perfetti per la nostra contemporaneità, ma che rievocano nel cuore quella che è stata una storia non soltanto familiare, ma anche industriale e persino sociale. Una storia preziosa di bravura e bellezza all’italiana: scoprirla ha il gusto sorprendente di sfogliare un diario collettivo emozionante.
Per conoscerla bisogna arrampicarsi su per quattro generazioni, fin quasi in cima al secolo scorso: quando Spiridione Calabrese, che aveva iniziato per caso l’attività di profumiere nella sua piccola bottega di parrucchiere in via San Paolo, a Milano, cimentandosi nel miscelare tinture per capelli, diede il via alla produzione di cosmetici. Il negozio lo cedette al fratello: e aprì nella sua abitazione un piccolo laboratorio dove realizzava cosmetici. Insieme all’arte cosmetica, in questa storia che a suo modo è anche la storia di tanti, si aggancia l’arte di arrangiarsi: che nulla ha di improvvisato, piuttosto se praticata con intelligenza, umiltà, e dedizione, porta in sé il segreto dell’intuizione lungimirante fortificato dal dono dell’ascolto sincero verso le persone. Accade infatti che il 1920 è il periodo che segue la prima guerra mondiale e le sue nefaste conseguenze, quindi chi vuole far impresa deve usare quel che ha a disposizione, deve applicare il genio al contesto e la fantasia a colmare i vuoti di mercato: Spiridione Calabrese capì che voleva creare prodotti di bellezza per le donne del dopoguerra,per donare loro un nuovo sogno di bellezza ad iniziare dall’immagine nello specchio, e con esso una nuova speranza nel futuro, e che per farli doveva recuperare i materiali che erano già in circolazione.
Fu dunque opera sua la formula per il primo rossetto come lo conosciamo oggi: fino ad allora erano polveri pressate con oli messe in scatoline di metallo che sporcavano le dita ad ogni ritocco, grazie a lui divennero solidi e confezionati in stick che attrassero anche tante ditte che a lui si rivolgevano per acquistarli e rivenderli con il proprio marchio. Sempre opera sua è la creazione del primo belletto che oggi diremmo blush, di uno smalto fatto colando le pellicole cinematografiche, dei bigodini fatti da materiali di riciclo, del lapis per disegnare la riga nera su per la gamba ad imitare l’effetto seducente della calza di seta, privilegio di poche e sogno di molte.
Dal piccolo laboratorio alla grande industria, ma sempre familiare: il marchio Rudy Profumi è dedicato ai prodotti lussuosi, quelli destinati agli empori e alle drogherie si chiamano Ubery. E il Sig. Spiridione Calabrese è nominato commendatore del lavoro.
L’attenzione profonda alle consumatrici guida ogni scelta felice: Il nome del marchio è ispirato a Rodolfo Valentino, la star che aveva affascinato gli anni ’20, mentre le pubblicità via radio, sulle pagine dei femminili prestigiosi e sugli schermi cinematografici, son poesie di creatività con slogan come “lo sguardo che affascina”. Gli anni ’30 accolgono il lancio delle creazioni che sono al cuore dell’azienda: i profumi. Il primo s’intitola “Preludio Romantico” , ad esso ne seguirono tanti altri, ma soprattutto seguì la nuova generazione rappresentata dal figlio Antonio, che con il padre prosegue l’attività con la stessa brillantezza e operosità.
E con la stessa attenzione alle mode, allo stile di vita, alle tendenze dei gusti e dei desideri sociali. È di Antonio l’idea di creare le bottiglie ‘brandizzate’: non bottiglie ‘qualsiasi’ ma, nella necessità di distinguersi per non soccombere alla grandeur delle case profumiere italiane e francesi, e nell’intuizione di promuovere le confezioni di profumo come oggetti da regalare, s’ispira al successo delle bottiglie figurali che tanto amavano negli Usa, e le interpreta a modo suo. Magistralmente! Un’impresa da veri pionieri italiani: si tratta di piccoli capolavori, sculture che assemblano parti sviluppate in sinergia con artigiani della ceramica, del legno, della backelite, che ospitano il contenitore di vetro che accoglie la fragranza e, nella raffigurazione, scatena la fantasia in soggetti e scene giocose che soddisfano l’immaginario collettivo popolare. Potrebbero sfiorare il sospetto del cattivo gusto, ma bisogna vestire i panni degli italiani degli anni ’50, quando il boom economico portò a vivere in città la gente d’estrazione contadina, con i suoi gusti semplici e la meraviglia ingenua davanti allo scintillio del lusso da aristocrazia inarrivabile: i profumi figurali di Rudy Profumi erano al contempo una dose interiore di prestigio sociale e un motivo di vanto nell’arredamento domestico, quando la fragranza pregiata terminava, infatti, restava la confezione da sfoggiare sul tavolino del salotto buono, un simbolo di benessere a poche lire che segnò il successo fiducioso della piccola borghesia. Oggi lo chiameremmo lusso accessibile: questione di marketing, certo, ma anche di amore per la professione e di rispetto vero per le persone. Oggi, inoltre, le creazioni storiche Rudy Profumi sono bramate dai collezionisti, e serbate con tutto il loro valore storico e creativo nel Museo Del Profumo.
Rudy Profumi: una storia lunga 100 anni di eccellenza profumiera italiana che si celebra nella bellezza dei prodotti e delle collaborazioni
Oggi come ieri, l’azienda Rudy Profumi è guidata dalla famiglia Calabrese giunta alla quarta generazione, che a sua volta continua ad essere guidata dai valori senza tempo che 100 anni fa il Sig. Spiridione mise alle fondamenta dell’impresa: la cura della qualità altissima di ogni processo, formulazione, ingrediente e prodotto, la naturalezza delle materie prime che danno vita alle formule, la totalità onesta del Made in Italy che dall’azienda si allarga a tutta la filiera, l’etica di rispetto verso tutte le persone, collaboratori, fornitori e consumatori.E la dedizione alla bellezza: che si racchiude, ora come allora, moltissimo nella cura della confezione, che resta un vero oggetto in grado di agguantare il desiderio e colmarlo di piacevolezza ricercata. Profumeria artistica e arte profumiera, aromi ricercati e principi cosmetici accurati, benessere e bellezza: Rudy Profumi, sin dalle sue origini, è una maison di di fragranze di alto profilo che, assieme ai profumi tout court, unisce prodotti cosmetici che sono piccoli gioielli, bellissimi nelle confezioni così riconoscibili con eleganza da essere iconiche, buonissimi nelle formulazioni naturali, originali, sostenibili e performanti.
Ci sono innanzitutto le fragranze, che son divise in tre famiglie, tre universi olfattivi diversi per odori e suggestioni, e declinate in prodotti complementari, ovvero sapone liquido, bagnoschiuma, eau de toilette, acqua profumata per il corpo, crema per le mani, crema corpo: la linea Botanic è un’esperienza olfattiva progettata per avvicinare le persone al regno della natura, regala fragranze delicate, leggere e sofisticate, che fioriscono nelle note e nell’eleganza delle confezioni delle boccette dove sbocciano fiori sul contenuto in trasparenza; Italian Fruits è un viaggio olfattivo dentro un’onirica passeggiata tra campi coltivati e alberi da frutto, coste assolate, prati verdi e mare cristallino; Apothecary coniuga materie prime moderne e tradizionali in stile “Farmacia”, così che la cosmesi del benessere del corpo si fonda alla celebrazione dei sensi con la fragranza.
C’è anche la linea dedicata alla cura del corpo maschile declinata in due intriganti fragranze, Magnetico e Appeal.
C’è la collezione “Maioliche”, che di Rudy Profumi è il fiore all’occhiello: una linea di toiletries ispirata dalla bellezza italiana, come fosse un grand tour all’interno dell’arte e della cultura inebrianti del Bel Paese, in cui i prodotti – saponi liquidi, crema per il corpo, eau de toilette, shower cream e le nuove arrivate creme mani – son racchiusi in confezioni che sono veri e propri scrigni preziosi. Veri oggetti di home decori, tocchi di classe disegnati per impreziosire l’ambiente e inebriarlo di piacevolezza. Un itinerario scandito in passi profumati – Peonia d’Amalfi, Olio d’oliva italiano, Fior d’arancio siciliano, Erbe mediterranee, Rosa di Positano, Limone di Sicilia – e in quattro tappe attraverso quattro città che di tanta arte della bellezza sono eterne custodi: la linea Pompei rievoca la preziosità antica dei mosaici in nero e oro; Venezia è l’eleganza della prima città che nell’antichità fu riferimento per le mode, qui ricamata in motivi floreali dai toni rosa, rossi e bianchi; Portofino è un tripudio decorativo che rievoca la ricchezza della sua flora favorita dallo splendore del microclima; Firenze racconta la magnificenza di quella che fu la culla del Rinascimento e della profumeria italiana, grazie a Caterina De Medici che commissionò ai frati domenicani dell’Officina Santa Maria Novella il Profumo che nel 1533 portò in Francia quando andò in sposa a Enrico di Valois.
E dulcis in fundo, nel senso letterale della parola, c’è il frutto profumato della collaborazione con Silvia Berri: che con la sua bellezza talentuosa, la personalità caleidoscopica, la professionalità brillante, ha incontrato la maison Rudy Profumi: un’affinità elettiva che è sublimata nel Silvia Berri Extrait De Parfum, una fragranza pregiata costruita come un’opera sartoriale sulla personalità di Silvia grazie al maestro profumiere Maurizio Cerizza, un profumo che racconta la sua essenza briosa, arguta, curiosa, ed elegante, racchiuso in una bottiglia che è un gioiello di delicatezza sofisticata. Una fragranza che nel suo essere genderless, è dedicato a chiunque si riconosca nelle note della sua avvolgenza odorosa, e nella celebrazione felice di 100 anni di Rudy Profumi, del suo spirito aperto al desiderio di rinascere insieme, della sua autenticità italiana profumata. Chapeau, Rudy Profumi!
Silvia Scorcella
Fashion and culture Writer Freelance, marchigiana d’origine e globetrotter d’adozione.
Ha intrecciato un percorso eterogeneo che mescola una Laurea in Lingue Straniere Arti e Cultura, un Diploma in Giornalismo di Moda all’Accademia di Costume e Moda di Roma e una Laurea Specialistica in Moda.
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