Furling: il nome ha il vezzo della sonorità internazionale, eppure il cuore è composto da quell’alchimia di cultura profonda, manifattura straordinaria e valori sinceri, che siamo avvezzi, e affezionati, a definire made in Italy.
Furling è una storia di famiglia italiana, una lunga avventura di dedizione e passione rivolta al bello e ben fatto: dei capispalla, nati dalla pelle migliore lavorata con profonda sapienza e pazienza, ma allo stesso tempo il bello e ben fatto del rispetto verso le persone, quelle della famiglia d’origine e quelle che attraverso il lavoro, dai collaboratori al pubblico, meritano e ricevono la stessa benevolenza sincera.
Furling è una lunga storia che inizia prima che nascesse il suo nome: inizia negli anni ‘50 nella stessa famiglia Giani a cui appartiene Gianna, che ne porta avanti la forza di difendere la bellezza delle creazioni e la generosità dei valori, assieme alla volontà di rinnovarsi per abitare le epoche estetiche e interpretarne il gusto. Riuscendo sempre nell’intento, spesso arduo per gli altri ma mirabilmente spontaneo per lei, di avere l’abilità di sentirsi e sentire: “se mi piace e lo sento allora piacerà anche a qualcun’altra come me. Non è presunzione, né illusione o utopia, ma è una capacità ben piantata a terra perché riflette un gusto, un momento, una scia che c’è nell’aria”. E quel gusto, Furling lo traduce in capi femminili in pelle, nappa e camoscio, ma principalmente in montone e shearling, che delle tipologie son tra le più complesse perché nella produzione bisogna conciliare pregi e difetti della pelle e del manto in pelo: e per riuscirci ci vuole la giusta manualità artigianale pezzo per pezzo. Furling, in breve, funziona come nelle parole di Gianna Giani: “ogni pelle ha una storia come la nostra pelle, quindi ci vuole amore e costanza per queste produzioni!”

L’amore e la costanza son virtù che non nascono in un battibaleno, ma son frutto di un tempo lungo di maturazione puntellato di sfide ardue, ma sempre attraversate con saggezza e superate con determinazione e consapevolezza.
La storia del brand Furling e della famiglia Giani è incastonata nei percorsi della grande storia della manifattura italiana, e quel tempo lungo dura da ben settant’anni: l’inizio è negli anni Cinquanta nella provincia toscana, tempo di confezioni di impermeabili, miseria del dopo guerra e volontà autentica di migliorarsi. L’impresa, letteralmente, inizia con un primo metro di stoffa che la madre di Gianna srotola sul tavolo della cucina: insieme alla stoffa ci sono i valori, mai rinnegati, di onestà, forza e spinta energica di riscattarsi sì, ma nel rispetto reciproco. Ecco lo strumento principale che consente all’azienda di godere della crescita meritata, di attraversare le difficoltà, di cadere e rialzarsi per rinnovarsi, ripartendo sempre dal cuore pulsante dell’attività: la bravura della mano artigiana Giani di lavorare la pelle, la consapevolezza Furling di ideare capi con personalità per vestire la femminilità.
È grazie alla fiducia nel saper fare e nel legame con le persone del mondo Furling, che l’azienda ha accettato ogni sfida e compiuto ogni esperienza utile a rinsaldare la propria autenticità: dai lontani anni d’oro dei capi opulenti, capolavori di perfezione nella ricchezza di orpelli, alla grande crisi della corsa alla delocalizzazione altrui e alla scelta propria di non cedere alla tentazione della facilità tramite la bassa qualità, e nemmeno a quella di rinunciare alla propria personalità di stile per diventare pregiati fasonisti di griffe lussuose.
Gianna Giani, dal canto suo, acconsente ad impugnare le redini dell’azienda in un importante momento di oscillazione: no, non era predestinata alla vita imprenditoriale, eppure la sceglie per far proseguire una storia di famiglia fatta di virtù e sacrifici, e un’attività fatta di eccellenza e relazioni autentiche con le persone. Lo fa a modo suo, mettendoci la stessa etica, la stessa sincerità, e l’entusiasmo irrinunciabile. Gianna ci mette anche la virtù di appartenere ad una generazione più giovane: nata nell’azienda, con l’odore delle pelli familiare alle narici, ma cresciuta in una prima giovinezza esterna a quel mondo, distacco che le consente di osservare col giudizio giusto per evolvere lo stile pur mantenendo l’altissima qualità, abilità che portano i capi Furling nei bei negozi in Italia e nel mondo.

Furling: una storia italiana di passione artigiana eccellente, autenticità salda, bellezza dei capi in pelle leggeri come fossero tessuto

“Un capo opulento per fare scena non è nel nostro DNA: il nostro DNA è la leggerezza, la sobrietà, la femminilità, la sensualità, la sportività. Non il capo chefa camminare come un elefante e che ha le tasche in fondo ai piedi: noi siamo più morigerati. Ci sono i volumi giusti, la manifattura giusta senza orpelli e rifiniture particolari: tutto è pulito, semplice, fatto per durare. Però nella nostra sobrietà c’è un plus”: così narra Gianna, ma in verità i plus sono di più.
Innanzitutto la leggerezza che sbalordisce: mai t’aspetteresti un capo in montone di un chilo o poco più, fatto per essere indossato da solo o come aggiunta calda sotto ad un altro capospalla, ideale anche per essere chiuso in valigia senza rubare spazio. Il segreto della leggerezza dei capi Furling è nella lavorazione: che inizia dalla scelta dei manti migliori, e poi accade con lo stesso metodo di cucitura tradizionale della pelliccia, dove ogni pezzo viene assemblato all’altro con cuciture sottili che consentono all’insieme di essere così leggero da sembrare tessuto, e nel frattempo consentono all’estro di comporre i pezzi creando disegni all’interno del capo e intarsi di vari materiali all’esterno.
Altra dote che rende uniche le creazioni Furling è la reversibilità: il montone può essere indossato avvolgendosi nella sofficità del pelo per scaldarsi, oppure sfoggiandolo dalla parte esterna per un gusto folk. Lo stile? Qualsivoglia: le linee sono lievemente oversize e dritte, niente accessori eccetto i bottoni essenziali spesso nascosti, così da vestire ogni età e ogni predilezione estetica, appaiata con le sneaker compresa.
I colori assecondano la naturalezza, perché come narra Gianna “tutto ciò che è naturale deve mantenere la naturalità”: quindi ci sono il tabacco, il moro, il verde militare e salvia, il nero, il blu navy, ma ci sono anche il rosso vivido e il giallo brillante, e la rarità del bianco.
Persino l’eventuale dubbio riguardo la sostenibilità riceve certezza positiva: le materie prime provengono dalla filiera alimentare e le lavorazioni provengono dalla filiera di concerie eco-sostenibili certificate, dove l’acqua alla fine della concia torna pulita com’era all’inizio.
A proposito di plus, Furling sta ampliando la sostenibilità alla ricerca nei pellami di origine vegetale: dopotutto, l’innovazione materiale va di pari passo con la generosità di valori!