Ricordo benissimo la prima volta in cui ho visto una collezione firmata da Sergei Grinko.

Era il settembre del 2011, Sergei sfilava nell’ambito del progetto New Upcoming Designers di Camera Moda e, tra tanti giovani talenti, io sono rimasta letteralmente fulminata proprio da lui e dalle sue creazioni nelle quali ho visto l’inizio di un viaggio affascinante e suggestivo.

Se chiudo gli occhi, riesco ancora a vedere quella passerella e quei monili che sembravano stelle esplose; vedo gli abiti su cui si arrampicavano straordinarie creature a metà tra sogno e leggenda, una sorta di rimembranza di epoche primordiali.

Quel giorno non mi sbagliavo: nei dieci anni che sono passati da quel lontano settembre, Grinko ha compiuto – e ha fatto compiere a chi l’ha seguito e apprezzato – un lungo viaggio, una circumnavigazione creativa sospesa tra ricchi riferimenti culturali e coraggiose incursioni nelle questioni sociali che attraversano la nostra epoca.

Posso affermare senza tema di smentita che Sergei ha ampiamento attinto da un bagaglio culturale sfaccettato e multiforme, veleggiando agevolmente tra arte, storia, fotografia, cinematografia e letteratura.

Per la collezione FW 2012-13, per esempio, lo stilista si è lasciato affascinare da Vadim Zeland e dalle sue teorie di transferring reality, la migrazione da un ramo all’altro della realtà, nonché da Aleksandr Michajlovič Rodčenko, pittore, fotografo e grafico russo della prima metà del Novecento.

La collezione per la SS 2013 battezzata Solaris è stata un omaggio all’omonimo romanzo di fantascienza pubblicato nel 1961 dal polacco Stanislaw Lem, un’opera che ha ispirato anche il cinema e la realizzazione di ben due film, quello del 1972 di Andrej Arsen’evič Tarkovskij e quello del 2002 di Steven Soderbergh.

Solaris è la storia dell’unione indissolubile tra essere umano e Natura: con la sua collezione, Sergei ha sondato quel rapporto e tale indagine è stata in seguito ripresa in altre sue collezioni, come nella FW 2013-14 chiamata Anatomically Correct, una sorta di denuncia contro la ricostruzione artificiale del corpo umano e contro la ricerca ossessiva della perfezione.

Per la collezione FW 2014-15 si è ispirato invece a Čeburaška, personaggio della letteratura per l’infanzia preso da un racconto del 1966 dello scrittore sovietico Ėduard Nikolaevič Uspenskij: Grinko ha trasformato il personaggio protagonista del racconto nel motivo decorativo di un broccato tridimensionale.

A proposito di lotta contro l’estremizzazione del concetto di perfezione: Sergei ha scelto spesso persone che non rispondono necessariamente o unicamente ai cosiddetti canoni classici e ha fatto sfilare donne dalla personalità così forte da essere capaci di far realmente vivere gli abiti.

Grazie alle sue passerelle, è stato possibile ammirare donne del calibro di Benedetta Barzini, classe 1943, modella, giornalista, docente (e autentica icona) oppure Viktoria Modesta, artista che ha subito l’amputazione della gamba sinistra ma che, da un’esperienza tanto drammatica, ha saputo tirar fuori una nuova vita basata sulla sperimentazione di innumerevoli forme ed espressioni artistiche.

Queste scelte confermano quanto ho accennato in principio: Sergei ha preso posizione anche in merito a varie questioni sociali, come quando ha creato la collezione FW 2018-19 con un titolo che era una dichiarazione molto chiara.

That’s enough, stop violence against women: lo stilista ha voluto esprimere con queste parole tutta la sua indignazione per il presente ma, nel contempo, ha anche voluto dare voce alla speranza che le nuove generazioni siano in grado di creare uno scenario nel quale tutti gli esseri umani possano vivere in reale armonia senza stereotipi di alcun tipo, inclusi quelli di genere.

Oggi, attraverso il nuovo marchio GRK madetomeasure di cui è direttore creativo, Sergei decide di affrontare un’altra tematica che gli sta a cuore: l’attenzione verso l’ambiente.

Con GRK madetomeasure SS 2022, il direttore creativo Sergei Grinko decide di affrontare una questione che gli sta a cuore: l’attenzione verso l’ambiente

Oltre a lasciarsi ispirare dalla musica e dallo stile grunge – ispirazione che dà vita a un mix di abiti street style e pezzi couture semplici ma raffinati – Sergei celebra il nuovo denim: nasce la collezione Sound of Silence SS 2022 che parla del mondo di oggi e dell’esigenza di mettere in primo piano la sostenibilità.

Una parte importante della collezione è infatti rappresentata da tessuti ecosostenibili e riciclati tra i quali figura il tipo di jeans che lo stilista ha selezionato per realizzare i capi.

La collezione GRK è stata presentata con una speciale performance (sfilata e contestuale shooting del look book) durante Milano Moda Donna: offre silhouette geometriche ma allo stesso tempo leggere e fluttuanti e tagli destrutturati che definiscono un linguaggio contemporaneo e urbano, mentre le sfumature del denim vengono fuse con i colori della terra come écru, verde salvia, marrone bruciato.

Non solo: i capi hanno un’ampia fascia di taglie con l’interessante prerogativa di poter personalizzare le misure creando un vero made to measure.

E come si aspetta chi conosce bene lo stilista e il suo percorso, la collezione presenta grande artigianalità e attento studio dei dettagli: frange, tessuti a rete, plissé, applicazioni rivelano la grande manualità che caratterizza Sergei fin dal suo esordio.

Il viaggio intrapreso anni fa si arricchisce dunque di una nuova e stimolante tappa che conferma l’esistenza di un filo conduttore e di una grande coerenza; e non è scontato, soprattutto oggi, essere in grado di rinnovarsi costantemente restando però coerenti.