La storia del brand In Earnest è appena iniziata, eppure raccoglie dentro di sé la storia lunga 30 anni di carriera nella moda del suo fondatore Byron Lars: una cifra che, indossata insieme ai suoi 55 splendidi anni anagrafici di vita, può apparire contemporaneamente una breve manciata di tempo data l’integrità testardamente entusiasta, felicemente talentuosa e ampiamente celebrata dell’unicità di stile che tuttora plasma gli abiti, e una quantità intensissima di esperienza praticata con la gioia di svolgere il mestiere desiderato, e con la fatica di averlo fatto dagli anni ’90 negli Usa, in un luogo e in un tempo che hanno inciso il loro segno sul percorso di un fashion designer black che vuole saldare la sua dimensione creativa e professionale nella potente fashion industry guidata da élite e canoni white . Eppure, Byron Lars ci è sempre riuscito: il suo segreto, ad esplorare la sua storia, sembra sia proprio l’assenza di un vero “segreto”. C’è piuttosto la presenza di una formula umilmente umana: la febbre amorosa per la moda, l’origine proletaria che educa i piedi a saldarsi a terra, la creatività che spinge l’immaginazione a sognare, il sorriso accogliente che salda relazioni importanti, la bravura ingegnosa che giustifica il successo, l’ottimismo inscalfibile che stimola a rialzarsi dopo le cadute. Soprattutto, c’è l’intenzione sempre salda di creare abiti non per il gusto di far parte dell’empireo della moda, bensì per far indossare la propria bellezza autentica attraverso la moda a tutte le donne di qualsiasi cultura e con qualsiasi corpo. Un’intenzione che è racchiusa già nel nome. In effetti il brand per esteso è In Earnest by Byron Earnest Lars: e, come fosse un gioco lessicale di scatole cinesi, il valore delle parole ricompone la storia, dato che “Earnest” è il nome dell’amato padre che lui ha ereditato come secondo nome, ed al contempo infilato nell’espressione “In Earnest” restituisce il concetto di approcciare le cose della vita con impegno, con sincerità e devozione totale.
Con tutto il cuore: è così che Byron Lars ha sempre mosso i suoi passi nella moda, dai primi pantaloni che si è disegnato e assemblato imparando da solo a progettare il modello e usare la macchina da cucire con le poche informazioni fornitegli da un’amica della nonna. Dal primo abito da ballo confezionato su richiesta e misura per una sua compagna di scuola in occasione del mitico prom: è qui che Byron Lars ha sentito la forza speciale del far vestiti, un contributo non solo tecnico e intimo a creare il piacere della bellezza che le persone indossano nei suoi abiti, e la dolcezza che riassaporeranno nelle memorie di quella bellezza. La sua formazione sembra scomposta, ma come spesso accade ogni puntino si collega ad un altro per disegnare la strada: a scuola studiava disegno tecnico per l’architettura, ma la virata nel fashion lo ha portato fino a Fashion Institute of Technology a New York City, che ha lasciato prima della laurea perché aveva fretta di imparare facendo. Cioè lavorando: così ha iniziato in un’azienda di camicie, nulla di glam, ma tanta esperienza in ogni ruolo, finché il bisogno di mettersi in proprio si è fatto sentire. Con in mano la grande bravura di progettista di stile, la tanta pratica nella camiceria e la creatività dirompente della fantasia, prima è freelance poi nel 1991 fonda il suo brand: i pilastri di stile son perfetti sin dall’inizio, ovvero la praticità casual quotidiana che deriva dallo sportswear che tanto piace all’audience americana, gli abiti-camicia che prende dal classico maschile e reinventa sulla sensualità femminile, la mescolanza di materiali vari che assembla nella perfezione sartoriale. Il successo arriva in fretta: piace alle donne che bramano le sue creazioni, a WWD che lo elegge “Esordiente dell’anno”, ai direttori dei più importanti department stores che gli aprono le porte di Saks Fifth Avenue, Neiman Marcus, Bloomingdale’s, ai finanziatori che gli consentono di mettere in scena i suoi indimenticabili defilé, ad Anthropologie in cui vende enormi quantità dell’amatissimo abito Carissima. Piace persino alla Mattel, che lo chiama a disegnare una serie di Barbie: Byron Lars le plasma con dovizia, le veste delle sue creazioni più intriganti ed estrose, e le fa diventare le più amate tra le serie da collezionare. Piace all’allora first lady Michelle Obama che lo sceglie in più occasioni, insieme ad altre tante celebrity, come Natalie Portman, Taylor Swift, Felicity Jones, Angela Bassett, Elle Fanning, Kim Kardashian, Vanessa Williams. Piaceva alla stampa, e questa era una rarità: nelle sue interviste Byron Lars non si risparmia nel rimarcare il dispiacere di aver visto tanti altri bravi designer di colore rimasti invisibili dalla narrazione, dalla critica, dalla promozione.
In Earnest è il nuovo brand con dentro 30 anni di vita, stile inclusivo e cultura Afro-Americana, storia e successi nella moda di Byron Lars
La formula di Byron Lars continua a brillare nel brand In Earnest, fondato durante la pandemia, e nella collezione a/i 2021: c’è il suo stile progettato sul “mash-up”, la capacità di assemblare l’armonia tra elementi, stoffe, texture, così diversi che però finiscono per unirsi in un coro estetico, c’è la sua applauditissima bravura nella costruzione tecnica, nata ai tempi del disegno architettonico, che insieme all’abilità grande nel taglio e cura del dettaglio gli consente di ideare modelli complessi per far sì che ogni tipo di corpo possa indossare con confort e piacevolezza le silhouette avvolgenti delle sue forme, sfumandole in toni che si accordano a qualsiasi colore di pelle e declinandole anche in taglie plus size naturalmente diffuse tra le persone ma troppo spesso assenti nell’offerta fashion bigottamente legata a canoni slim. C’è il suo inguaribile ottimismo, che nella collezione a/i 2021 “Ath-Glam”, cioè Athletic-Glamour, prende le forme di capi che ricordano la comodità di tute e pigiami a cui ci siamo costretti e affezionati durante le chiusure forzate in casa, ma che di quel momento mantengono solo la praticità mutandola in un’eleganza eclettica, appariscente, che brilla come l’eccitazione di tornare alla vita vera esterna. Quella di Byron Lars è un’esuberanza generosa che coinvolge anche l’ispirazione: da un ritratto regale vittoriano trae le forme ibride della ricca tuta in velluto con pantaloni da cavallerizza su cui si spargono collane di perle, dall’entusiasmo di festeggiare la femminilità vengono il pizzo, le paillettes, le stampe divertenti e i ricami ricercati che dagli ensemble sportivi danno forma agli abiti più romantici. Dalla bravura della sua storica assistente, ora socia, Sheila Gray, vengono tutti gli accessori intriganti, e dalla sincerità di Byron Lars viene il monito che sigilla il valore dei capi: la bellezza è importante quanto la funzionalità, perciò negli abiti ci si deve muovere così bene da poterci danzare.
Silvia Scorcella
Fashion and culture Writer Freelance, marchigiana d’origine e globetrotter d’adozione.
Ha intrecciato un percorso eterogeneo che mescola una Laurea in Lingue Straniere Arti e Cultura, un Diploma in Giornalismo di Moda all’Accademia di Costume e Moda di Roma e una Laurea Specialistica in Moda.
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