Come cantava l’amato Fabrizio De André “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, così accade nella sostenibilità intesa e gestita in modo intelligente e concreto, non come un hype modaiolo bensì come presa di posizione cosciente per migliorare davvero il mondo.
Tanto che si può persino sferrare una sfida aperta e audace al fast fashion grazie al vintage, puntando ugualmente ai grandi numeri ma in senso diametralmente inverso e dunque salvifico, profondamente responsabile, sinceramente positivo: Vinokilo lo dimostra felicemente, numeri impressionanti alla mano e sorrisi soddisfatti sulle facce!
Come ci riesce? Innanzitutto con una formula della sostenibilità che ha il pregio della semplicità: Vinokilo nasce come il più grande evento di vendita vintage della Germania e così si espande nelle principali città europee, con capi che in origine gettati come rifiuti vengono riqualificati divenendo nuovi tesori, pezzi unici e stilosi venduti al chilo nelle kilo sales che sono pop up coinvolgenti, divertenti, entusiasmanti, iconici!
Ma la formula della sostenibilità di Vinokilo inizia soprattutto dalla necessità di usare la consapevolezza delle gravi conseguenze dei grandi numeri del fast fashion come forza positiva, e propositiva, per combattere l’inquinamento e generare il cambiamento: ambientale, naturalmente, ma anche e moltissimo a livello sociale.

Infatti, le intenzioni sostenibili di Vinokilo non si fermano nel fattore materiale, ma si allacciano al grado umano e alla generosità rivolta all’inclusività personale: long, story short, l’intento di Vinokilo è ridare nuova vita e dignità di stile ai capi di seconda mano, che così non hanno più nulla da invidiare alla moda di tendenza di prima mano, e anzi, hanno in più l’appeal dell’unicità, la confortevolezza di essere inclusivi per tutti i gusti e per tutte le taglie, insieme al conforto di essere accessibili anche a tutte le tasche, dato che il prezzo del chilo di vintage è davvero minimo rispetto alla gioia costruttiva e diffusa del risultato finale.
Ovvero: guardaroba rimpinguati di capi che hanno la qualità alta perché rigenerata, il beneficio del ciclo di vita allungato, il fascino della storia della vecchia vita di stile che si portano dentro insieme all’invito aperto e divertito ad allestirsi una nuova storia creativa addosso.
Or dunque, chi è Vinokilo? Il pronome personale non è una svista grammaticale, ma un gesto di rispetto: perché Vinokilo è la realizzazione di successo dell’idea e degli ideali del suo fondatore Robin Balser: tedesco con l’animo internazionale, giovane abbastanza per essere stato appena inserito da Forbes nella classifica degli under 30 impegnati in progetti di rilievo sociale.
Il pallino per allungare il ciclo di vita dei capi già esistenti Robin Balser lo aveva da prima di quest’impresa, gli è sempre stato da bussola nelle esperienze professionali e nelle iniziative progettuali: rimettere in circolo vestiti dimenticati e dismessi che in realtà, una volta sistemati, si rivelano capi vintage dai favolosi anni ’60 agli eclettici ’90 che agganciano davvero il gusto personale della gente e, anzi, proprio perché non sono nati in laboratori di trend ma provengono dai decenni passati in cui la moda con le sue tendenze era cosa ben più spontanea di ora, liberano la voglia di esprimere la propria personalità attraverso lo stile, mentre disinnescano l’impulso all’acquisto indotto del fast fashion.

La formula della sostenibilità di Vinokilo è brillante: enormi quantità di capi nati rifiuti, divenuti tesori, venduti al Kg in pop iconici

Una visione che con Vinokilo, dati alla mano, si traduce in un’azione che riduce in modo significativo l’impatto tossico sul pianeta ad ampio raggio, naturale e umanitario. Diamo i numeri: finora gli indumenti riciclati sono 379.392 kg, la CO2 risparmiata ammonta a 5.165.880 kg, l’acqua risparmiata è 860.980 mq, la strada risparmiata al consumo dei trasporti è 70.342.066 km: riuscite a fantasticare sulle proporzioni? Un indizio: la strada risparmiata equivale a fare varie volte andata e ritorno verso la luna.
Come funziona? Il processo di Vinokilo inizia dalla ricerca dei capi dismessi in giro nel mondo, intercettati prima che vengano gettati ad intasare le discariche tessili o inviati in luoghi e paesi meno sviluppati, dove causerebbero effetti altrettanto tossici dell’inquinamento ma sul piano sociale, perché i vestiti ceduti gratis e importati causano una guerra al ribasso del prezzo che ha reso insostenibile l’industria locale dell’abbigliamento. Dopo la raccolta c’è la rigenerazione, e poi la selezione: i capi vengono riqualificati in modo scrupoloso -lavati, riparati, piegati- e , in occasione degli eventi, vengono selezionati a mano per incontrare il gusto delle migliaia di persone che li attendono entusiaste e trepidanti nelle location annunciate.
E poi c’è la festa! Ovvero le iconiche kilo sales: grandi eventi accoglienti divenuti imperdibili, dove ci si perde con piacere tra le enormi quantità di abiti, si compra con semplicità al kilo, si balla con i dj set, ci si informa con le talk, si gustano tasting enogastronomici con buon vino e food local perché Vinokilo ha a cuore anche la valorizzazione sostenibile del territorio. E ci si diverte in quantità infinita, che se proprio proprio vogliamo misurarla, finora registra 433 kilo sales organizzate e 467.988 visitatori.
Per il 2021 Vinokilo ha già stilato i buonissimi propositi di tornare nelle principali città europee, Italia inclusa: un calendario che è sempre disponibile nel sito e che, ovviamente, è in costante aggiornamento per rispettare le norme sanitarie.
Nel frattempo, si può continuare a far parte del mondo Vinokilo attraverso l’e-commerce, e gustarsi la scelta di capi che erano rifiuti divenuti tesori unici, motori di una rivoluzione positiva.