Riguardo la Victoria Beckham che si sta qui per narrare, un’introduzione, che in realtà ha la virtù della dichiarazione di onestà intellettuale o, come si direbbe oggi approfittando dello slang smart e contemporary, che ha le velleità del disclaimer, va posta immediatamente: sì, la penna che qui scrive proviene diretta da quell’epoca gloriosa degli anni ’90 in cui lei, Victoria Beckham, era l’adorata Posh Spice sempre infilata in abitini guaina, pettinata col caschetto affilato e issata su tacchi altrettanto acuminati. Pregiudizio? Nient’affatto!
Piuttosto, quest’affermazione è qui a garanzia di consapevolezza felice della distanza che intercorre tra quel personaggio very pop, ma che già dimostrava le sue predilezioni stilose, e l’identità ben cesellata, di certo in oltre dieci anni dalla fondazione del brand sempre più maturata, senza dubbio meritevole del successo e della credibilità guadagnati nell’ardua arena del fashion world globale, che caratterizzano la Victoria Beckham di oggi: la persona, naturalmente, ed il brand che di lei porta il nome come ne fosse lo specchio esatto.

Di quel vecchio “posh” con l’accezione del naso snob arricciato con distacco non c’è più nulla: piuttosto, delle sfaccettature lessicali che la parola “posh” offre, c’è la tenacia a tenere fede alla propria idea di eleganza, c’è la determinazione a manipolare la sofisticatezza in una maniera per nulla facile, dato che nel mondo di stile firmato dal gusto di Victoria Beckham le ispirazioni attingono all’esattezza severa eppur sensuale del minimalismo e al guardaroba sartoriale maschile, preferibilmente la sezione dedicata al tuxedo.
Codici di riconoscibilità da maneggiare con cura affinché non diventino pretesti di prevedibilità, e, soprattutto, da maneggiare con la giusta flessibilità creativa che assecondi la necessaria sensibilità alle evoluzioni del mondo esterno: mai come ora che il mondo esterno è stato travolto da un evento così complesso come la pandemia.
Ed è proprio dal lungo periodo in balia della pandemia che è nata la collezione pre s/s 2021: a partire dal contesto di ristrettezza dei mezzi pratici dovuto alla chiusura degli spazi comuni, che ha stimolato l’amplificazione degli strumenti intellettivi ed emotivi.
Dal momento che la missione fashion dichiarata da Victoria Beckham sin dalla fondazione del brand è votata a regalare agio e confortevolezza alle donne attraverso un’eleganza sempre più concreta e quotidiana, l’intuito ha colto uno scenario che più quotidiano non si può per allestirci sopra l’ispirazione: la voglia di buttare i leggings, seppur compagni leali di lock-down domestico, e riassaporare il piacere di abbigliarsi con gusto per varcare la soglia di casa e immergersi nella vita sociale e mondana.
Perciò, di questo recente periodo la collezione porta i segni nel numero breve ma intenso dei modelli proposti, ma anche l’accoglienza del messaggio a prendersi cura del desiderio di tornare a festeggiare, soprattutto in vista del prossimo periodo natalizio a cui la collezione è rivolta.

Victoria Beckham pre p/e 2021: nel moodboard c’è il glam rock di David Bowie, il mood è la voglia di tornare ad abbigliarsi e godersi la vita

Innanzitutto, per sfavillare serve un’ispirazione degna dell’intenzione, e per Victoria Beckham quest’ispirazione è stato David Bowie nella sua magnifica apparenza glam-rock: da qui provengono i bagliori dorati della camicia in gessato a righe ampie, i polsini importanti e il fioccone annodato sotto il colletto, sempre da qui vengono gli sbrilluccichii del lurex dell’abito privo di orpelli e dello spessore di stoffa che ostacolerebbe la trasparenza, e naturalmente dal Duca Bianco proviene il completo maschile sartoriale candido.
Per essere coerenti l’ispirazione, nel frattempo, conferma i capisaldi classici dello stile Victoria Beckham: la sartoria maschile, appunto, nel completo gessato, nei soprabiti esatti, le giacche affilate, i pantaloni lunghi con la piega netta che si accorciano mantenendo l’aplomb serioso, nel tuxedo che si ridimensiona sulla silhouette femminile e s’indossa sulla pelle appena sfiorata dal pizzo. E insieme al gusto androgino c’è il penchant per la sintesi del minimalismo: naturalmente nero, profondo e soffice della seta che scivola sugli abiti lunghi che rivelano la schiena.
Per essere contemporanei l’ispirazione riprende il gioco del vagare tra le epoche di stile passate e la sperimentazione recente con i colori inaspettati: Victoria Beckham torna negli anni ’70, da cui prende gli amati pantaloni a zampa e ne fa anche dei jeans con le tasche a contrasto da appaiare ad un inaspettato maglioncino colorato in lurex , guarda alla tavolozza dei colori e ne sceglie un rosso vitale, brillante per farne un lungo abito a cui concede il vezzo di colletto e polsini rifiniti di piccole rouche come piacerebbe a Peter Pan.
Party sì, party no, party chissà: nel frattempo nel guardaroba firmato Victoria Beckham c’è l’essenziale per coccolare quella legittima voglia di agghindarsi lasciando ai leggins il giusto riposo.