La discriminazione femminile nello sport: questa sconosciuta da affrontare con consapevolezza! 
Ebbene sì, nonostante la cifra nel calendario segni che l’anno in cui siamo infilati è il 2019, c’è ancora una traccia profonda di discriminazione retrograda che attraversa e ferisce un mondo che, invece, in modo del tutto paradossale dovrebbe essere il regno della valorizzazione equa: il mondo sportivo. Lì dove la presenza femminile è assai taciuta dai media, ed è troppo spesso vittima di stereotipi e azioni discriminatorie di genere. Ancooora?! Sì: ancora. Lo confermano i dati, e dovrebbe ribadirlo anche il nostro buonsenso di spettatori e spettatrici, se solo ci fermassimo a riflettere bene sui racconti sportivi promossi dai media che ci godiamo con fare entusiasta, ma ancora purtroppo passivo. 

Lo dice anche Adidas, che proprio da quei dati che registrano come negli Stati Uniti solo il 4% dei contenuti mediatici a tema sportivo è dedicato alle donne, è partita per allestire il secondo appuntamento della serie “She breaks barriers”: un’iniziativa digitale che è una lotta costruttiva concreta alla mancata visibilità femminile nello sport, e alle conseguenze che trascina con sé. 
Lo suggerisce il titolo: è ora di rompere le barriere che ostacolano la presenza femminile nel mondo dello sport, ed è questa l’ora in cui a farlo siano proprio le donne che questo mondo lo abitano con successo, appaiato alla consapevolezza vigile di come lo sport possa davvero cambiare la vita delle persone, a patto che la parità di genere non sia solo un’ideale, ma diventi una realtà concreta.
“She breaks barriers” è dunque lo strumento potente che l’altrettanto potente brand Adidas impugna e condivide per ispirare e incoraggiare atlete, creator e leader ad abbracciare lo sport e le sue innumerevoli virtù.


She breaks barriers: Adidas supporta le donne nel mondo dello sport, con un video che incoraggia ad estirpare discriminazioni e stereotipi.

Un appello globale con al cuore la sensibilizzazione a garantire a giovani, ragazze e donne un accesso allo sport libero, ad annullare qualsiasi stereotipo di genere, a denunciare le discriminazioni subite dalle atlete a qualsiasi età e livello, e ad innescare un cambiamento per un mondo dello sport equo, sano, virtuoso. Un appello che ha la forma di un video, che a sua volta ne dischiude altri, con protagoniste una serie di atlete celebri per successi sportivi e per autenticità di ideali: Becky Sauerbrunn, difensore della nazionale di calcio femminile statunitense e delle Utah Royals; Keni Harrison, primatista mondiale dei 100 metri ostacoli; Maria Taylor, commentatrice, conduttrice e inviata di ESPN); Layshia Clarendon, playmaker della WNBA che milita nelle Connecticut Sun; Rahaf Khatib, maratoneta appartenente al club dei Six Star Finisher. 
Volti noti che, come accade nel video, sono portatori sani della consapevolezza che la femminilità è un potere da impugnare: e da difendere tutte insieme, perché il segreto della forza è serbato proprio nella condivisione autentica.