Questo non è il classico street style.
L’intro alla nuova collezione firmata R13 potrebbe arrivare così, incapsulata in un monito che suona spiazzante alla maniera surreale magrittiana: perché, ironia della sorte giocosa verbale, dentro questa collezione c’è davvero una dose sorprendente di “classico” – spoiler, classico sartoriale – miscelato, o meglio mashuppato, ad una dose altrettanto inedita dello stile di strada made in Usa.
La p/e 2020 è un nuovo capitolo del racconto de ”l’altra America”, quella irriverente e stilosa, secondo Chris Leda: che di R13 è il padre fondatore e anima creativa da ben 10 anni, seppur abbia rivelato la sua identità al pubblico solo tre anni fa. Il che rievoca la maniera minimal-spiazzante margeliana, ma questa è un’altra storia: o meglio è una delle varie intriganti storie peculiari che, come fosse un mosaico perfetto, compongono l’identità da subito inconfondibile e il successo sempre crescente di R13.

Or dunque, per godersi questa storia che è appena andata in scena sulla passerella della recente New York Fashion Week, è consigliabile aver attraversato le altre storie che nutrono il DNA di R13, ovvero il percorso di Chris Leda e l’atmosfera della Grande Mela in cui vive. La formazione professionale: che è una sorta di concentrazione eccellente dell’americanità fashion, tra J. Crew, American Eagle, e una ventina d’anni alla corte di Ralph Lauren da cui ha appreso i fondamentali, ovvero il valore dell’heritage, dell’autenticità e del senza tempo. Il suo innamoramento costante per l’inimitabile sporty style americano. La sua folgorazione per le controculture che abitavano la New York anni ’80 e ’90, in cui è giunto giovanissimo e poroso alle contaminazioni creative: ovvero quel blend di punk, rock e grunge graffiato, affiancato ai giapponesi dark, che hanno vestito e nutrito la sua identità, dal guardaroba fin dentro l’anima creativa. E lì han continuato ad abitare: in un luogo dell’ispirazione costantemente guidato dal loro appeal fatale fatto d’irriverenza e dettagli che son vere dichiarazioni d’intenti di stile .
Ogni stagione di R13 è dunque un’esplorazione da parte di Chris Leda dentro le sottoculture underground e ribelli made in New York: e per la p/e 2020 la protagonista è la skate culture. Quella dei cool kids funamboli della tavola che vede volteggiare ogni giorno nel parco accanto a casa sua. O meglio, questa è l’ispirazione a cui si è agganciata la visione complessiva in perfetto stile R13, dove alla skate culture si mescolano gli immancabili strappi grunge, l’appeal rock, i graffianti contrasti punk, e, intruso perfetto, la sartoria elegante maschile ad opera di Hickey Freeman and Southwick, due delle più antiche sartorie da uomo americane.

R13 p/e 20: la sottocultura skate mixata alla sartoria maschile è il nuovo racconto dell’Altra America ribelle e stilosa secondo Chris Leba.

Il risultato? L’aplomb di giacche sartoriali affilate che si spalancano sulla pelle nuda e sormontano una stratificazione di camicie che urlano stampe esotiche animalier dalle tinte forti, ma perfettamente appaiate a confermare il talento del designer, i pantaloni da completo tagliati al ginocchio calati sui fianchi per fari spuntare l’underwear a piccoli check, il buckle hat e le Vans con la para alta, il trench classico e i lacci delle scarpe a mo’ di cintura, la stampa a teschio infiammato sul tuxedo, stampa camo a grandi dosi, i maglioni over e la camicia a check profilati in perline, e il denim che di R13 è il must have timeless, senza tempo quanto la t-shirt dei Velvet Undergorund.
Altro consiglio per il godimento della collezione: prendete un’ottimo mash-up dei Beastie Boys e alzate il volume!