Questa è una di quelle pregiate occasioni in cui qualsivoglia etichetta, nonostante la sua indiscussa utilità svelta, risulterebbe un atto brusco di assottigliamento dell’universo accogliente e denso di valore che avvolge le creazioni di stile poste al suo cuore, e le persone stesse che ai capi e agli accessori han dato vita: appoggiare il termine “brand” accanto al nome Pomandère è infatti un gesto che andrebbe eseguito con la consapevolezza felice che si sta per entrare in un mondo ricco di autenticità e bellezza gentile.
Un mondo abitato da quella piacevole delicatezza che viene dalla passione profonda per la manifattura tessile italiana artigiana: una passione stratificata nel tempo lungo della storia di famiglia e nell’esperienza curiosa, aperta eppur discreta, che attraverso gli abiti regala la sensazione di sentirsi a casa. E allo stesso tempo, con quella stessa discretezza gentile, ogni collezione Pomandère si rivela un invito affascinante al viaggio: geografico, certo, ma anche e tanto alla scoperta delle sfaccettature cangianti che plasmano l’anima femminile.

La nuova destinazione di viaggio proposta dalla collezione a/i 2019-20 è già incastonata nel suo nome: s’intitola “nomadi orizzonti”, e l’itinerario composto dalle creazioni si muove libero nella sterminata geografia concreta della Mongolia come fosse un percorso d’ispirazione per compiere un viaggio parallelo, stavolta disegnato nella geografia del cuore di donna. Lì dove le emozioni sono libere, nomadi, e l’istinto è la guida affidabile alla scoperta degli orizzonti che definiscono la propria dimensione. Basta scorrere con lo sguardo e il tatto le creazioni, e l’itinerario si svela.
Le atmosfere si rivelano attraverso la calda bellezza dei materiali, con le lane soffici e morbide, l’eleganza dei velluti ricamati e tinti in colori intensi, che rievocano l’avvolgenza delle stuoie colorate e dei tappeti di feltro di lana di pecora che riscaldano le abitazioni mongole. Il gusto contemporaneo prende forma fluida e asciutta con il cupro, l’habutai di seta, e la luce di lurex e paillettes: un percorso nella sofisticatezza che prosegue negli inserti di pizzo, nei contrasti di seta sulle flanelle lavate, nei check e i velluti millerighe e lisci, fino alla lavorazione dei fiori agugliati che raccontano i fiori della steppa.

Pomandère a/i 19-20: “nomadi orizzonti”, viaggio affascinante nella geografia ampia della Mongolia e nella bellezza libera della femminilità.

Le tappe son narrate nelle suggestioni evocate dalla palette cromatica: le cromie delle steppe, con le intense sfumature di verde, il corda delle yurte ospitali, il ginseng e l’oliva, il bianco della neve, il giallo Mongolia che brilla fino all’oro; i colori del deserto dal tenue latte al terracotta fino al rosa vibrante, e le stampe dei fiori che lo decorano; le tinte piu polverose come genziana, navy, lavagna, vulcano, argento ghiacchio, liquirizia, muschio e verde bottiglia, fino all’esaltazione della vivacità raffinata del cipria e le sue declinazioni preziose, mosto, rabarbaro e ametista.
Gli accessori d’equipaggiamento al viaggio è allestito con altrettanta sofisticatezza: morbide sciarpe, cappelli con rifiniturepregiate, borse a secchiello e bustine che diventano astuccio, le scarpe che son quasi babbucce preziose.
Bon voyage!