“Sono un fantasista e anche un avventuriero: sono sempre stato uno che mette subito in atto un’idea, e direi che lo sono ancora oggi. Nel mio caso la curiosità vince la paura: credo che tutti gli incontri, le lotte e il sentimento di solitudine che avrai durante la sfida ti daranno più profondità come persona, e ti porteranno anche delle belle sorprese nella vita. Infatti, mai mi sarei aspettato che sarei diventato un fashion designer prima di venire in Italia”.
La voce narrante appartiene a Munenori Uemuro, le sue parole gentili e consapevoli, assieme al nome che risuona di oriente, son già preludio del caleidoscopio pregiato che compone il mondo di stile che ha fondato, a cui ha dato una forma squisitamente personale e felicemente nuova. E a cui ha dato il nome MUNÈ.

Pare quasi la meta di un viaggio autentico e spontaneo, lungo nello spazio perché iniziato dal Giappone, terra e cultura d’origine di Munenori, e sorprendente nelle rivelazioni: perché lì la moda non era ancora nella sua vita. Al suo posto c’erano l’università di economia, il lavoro nel settore edile, e il richiamo dell’Italia iniziato dal gusto per la nostra lingua studiata nel tempo libero: “poi un giorno mi è venuta la voglia di sentire la vera lingua italiana parlata dagli italiani e ho deciso di lasciare la mia carriera per venire in Italia. Sono arrivato in questo paese senza niente di deciso, e in una rivista di moda ho trovato un concorso di borsa di studio per lo IED, per curiosità ho participato e da li è iniziata la mia nuova vita.” Vita nuova che prosegue con 10 Corso Como durante gli studi e un ingresso importante nel fashion world, prima da Costume National, poi da Jil Sander by Raf Simons: “tutta questa esperienza ha costruito la persona che sono oggi, e sopratutto mi ha dato gli occhi per vedere la vera qualità”.
Occhi spalancati sulla bellezza che nasce nell’essenziale, quelli di Munenori Uemuro, che al contempo sono costantemente affacciati sulla finestra dell’ispirazione, per coglierne ogni suggerimento che può tradursi in dettagli, l’anima delle creazioni: “sono sempre acceso, 24 ore su 360 giorni. Le ispirazioni si trovano ovunque in ogni momento, perciò devo sempre avere una penna e un foglio, anche mentre dormo. Il mio progetto moda si sviluppa attorno alla camicia:un capo semplice e basico ma difficile da disegnare, che richiede creatività ma anche precisione e conoscenza tecnica. Oltre alle forme do molta importanza ai dettagli: nella mia testa faccio sempre origami per creare nuovi dettagli interessanti.”
Ecco svelata l’essenza della bellezza in MUNÈ: la camicia, un capo senza tempo né allacci alle volubilità dei trend, bensì sublimazione indiscussa di quella metamorfosi intrigante che dal minimalismo funzionale dell’aspetto maschile sfuma nella sofisticatezza sussurrata dei dettagli di femminilità.

MUNÈ: Munenori Uemuro inizia nella camicia, esercizio di tecnica e intrigo di maschile e femminile, e sublima nella “Lady in Munè“ a/i 19-20

Colei che la indossa è la donna che Munenori Uemuro non può essere, ma può vestire col suo womenswear: “sono un uomo, ma sono sempre geloso delle donne perché hanno una scelta più ampia per vestirsi.Ovviamente non riesco a vestirmi nel modo in cui vestono le donne, ma penso sempre ‘se fossi io, mi metterei…’ Sono un uomo e mi sono anche sposato, ma questi pensieri mi vengono molto naturalmente ancora oggi, perciò creare abiti per le donne è stata una decisione naturale per me: credo che esista la moda che può essere vista solo da occhi gelosi, e quella moda può essere creata solo da chi non la indossa nella realtà. Da questo nasce il mio approccio ‘real but not real’: penso alla vestibilità e alla funzionalità, ma non avrà mai lo stesso effetto che propone una designer donna”.
Costei, per la collezione a/i 2019-20 si rivela nella sua identità di stile elegante, minimale, intrigante: è la “Lady in Munè”, vestita della camicia, certo, e della sua essenza che evolve in abiti e capispalla, dimostra la funzionalità del workwear, racconta i volumi plasmati dal background giapponese, rivela la raffinatezza femminile di arricciature e nastri. E conferma che quegli occhi avvezzi alla qualità lo sono più che mai: questa è la prima collezione interamente made in Italy, eccellente già nei tessuti, dal prediletto cotone, così versatile, alla lana dall’appiombo elegante, ai dettagli in pelle o viscosa che giocano con i contrasti.
E questo è solo l’inizio di un viaggio che profuma di unicità.