“Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso: ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”: il grande poeta inglese John Donne perdonerà l’azzardo del prestito di queste sue parole che scrisse una buona manciata di secoli fa, ma mai affermazione fu più adeguata per accompagnarci a conoscere il pregio generoso dell’intenzione che s’intreccia alla materia eccellente della nuova collezione di Loredana Roccasalva per la prossima stagione autunno/inverno 2019-20!
Affinità elettive non solo poetiche, ma innanzitutto biografiche: per Loredana Roccasalva, fondatrice e cuore stilistico del brand con cui condivide il nome di battesimo, l’isola in questione non è solo un’immagine metaforica, ma è anche quella che accoglie le radici della sua identità, di donna e di stilista, ovvero la terra siciliana, modicana per l’esattezza.
Ma anche se le radici sono infilate letteralmente sull’isola, le fronde della creatività di Loredana crescono, si espandono determinate e curiose a osservare cosa accade oltre l’orizzonte conosciuto della tradizione locale: l’arte stilosa che nutre l’anima talentuosa e le mani sagge di Loredana Roccasalva, infatti, da sempre posa il suo sguardo sul continente vasto della società, delle persone variegate che la abitano, dei loro guardaroba che necessitano meno vestiti standardizzati e più abiti allacciati all’animo oltre che al corpo che li indossa. E la collezione autunno/inverno 2018-19 è una celebrazione rinnovata a questa dedizione sociale attraverso l’arte sartoriale! Le creazioni della collezione sono infatti una declinazione felicemente personale dell’arte relazionale: come fossero degli itinerari sensoriali, i capi sono pensati per vestire, certo, ma anche per essere un invito a superare l’isolamento e a riscoprire la meraviglia spontanea dell’incontro. Come?
Osservateli bene: gustate pure la piacevolezza ricca della manifattura eccellente, che della sartorialità artigianale di Loredana Roccasalva è la cifra distintiva. Ed ora lasciate che alla contemplazione dell’esattezza si aggiunga il gusto curioso della scoperta imprevista dell’imperfezione: li vedete quei fili che sembrano lasciati lì per distrazione sugli orli delle gonne e sui perimetri degli abiti? Non sono errori, bensì sono le strade sulle quali incamminarsi per andare alla scoperta dell’altro, pretesti sartoriali per innescare il dialogo, geografie sul tessuto che tracciano la via dell’incontro.

Gli abiti della collezione autunno/inverno 2019-20 di Loredana Roccasalva, infatti, chiedono di essere avvicinati: invitano con garbo e familiarità ad essere esplorati su quegli orli vivi e vitali, a soffermarsi per far giocare i fili tra le dita che pendono dalle lane lavorate a telaio, per coccolare tra le mani le protuberanze soffici del macro-cardigan, a tirar fuori la gentilezza sorridente e attenta anziché la sveltezza superficiale della fretta, per chiedere a voce curiosa come mai sono stati lasciati liberi di fluttuare nell’aria sul confine di un abito di qualità palesemente sartoriale. O come ci sono finiti tutti quei pannelli di tessuti diversi a formare un cappotto che sia lui che lei può indossare? Il regalo che quest’invito a varcare il confine dell’isolamento frettoloso riserva a chi lo, accoglie indossando gli abiti o incontrandoli, è di certo assai sorprendente: la rivelazione dell’incontro spontaneo. L’incrocio possibile di storie di vita: è la scoperta che la bellezza si accoccola nell’imperfezione, smussa gli spigoli respingenti dell’esattezza eccessiva e apre lo spazio per la conoscenza reciproca.

Loredana Roccasalva a/i 19-20: gli abiti sartoriali narrano larte relazione, un invito ad incontrarsi attraverso le imperfezioni eccellenti.

Per concludere, potremmo chiedere un ulteriore prestito poetico e allacciare letteralmente il filo con un’artista che ha abitato l’ispirazione di Loredana Roccasalva per questa collezione, ovvero Maria Lai. In occasione del suo intervento ambientale “Legarsi alla montagna” (Ulassai, 1981), sovvenendo alla richiesta di un monumento da parte del sindaco, l’artista parte da una leggenda locale e unisce, insieme ai suoi concittadini, una con l’altra tutte le case, e allaccia le case alla montagna franosa che incombe, con 26 chilometri di nastro azzurro: «Lasciai a ciascuno la scelta di come legarsi al proprio vicino. E così dove non c’era amicizia il nastro passava teso e dritto, dove l’amicizia c’era invece si faceva un nodo simbolico. Dove c’era l’amore veniva fatto un fiocco.»
Complimenti dunque a Loredana Roccasalva, e al suo invito sartoriale ad allacciare fiocchi spontanei laddove il perimetro dell’isolamento sarebbe attraversato da un filo dritto e solitario.