Lasciate che vi racconti una storia di vita attuale, con dentro incastonata un’antica storia d’amore.
Come fossero scatole cinesi: è proprio il caso di dirlo! Che a turno si dischiudono per offrirci in dono una sorpresa.
Lasciate che vi racconti la storia di Judy Zhang, della sua vita che tra passato, presente e futuro, si srotola in tre grandi città diverse, da Shenzhen a New York attraverso Milano: ognuna un’avventura professionale vissuta su un continente differente, ognuna una tessera che ha composto il suo mosaico di di giovane fashion designer di successo.
E poi, lasciate che Judy Zhang vi narri una storia d’amore leggendaria, sfumata col suo guizzo libero dell’estetica contemporanea, raccontata col linguaggio sartoriale di stampe e ricami lungo i capi che compongo la collezione p/e 2020.

Judy è nata in Cina in un delizioso villaggio in Hunan nel 1977: il penchant per le arti e la bellezza, tra danza, canto e disegno, lo dimostra sin dall’infanzia, assieme ad un’energia vitale tale che il villaggio è troppo stretto per agguantarsi delle opportunità di vita e carriera proporzionate. A diciotto anni si trasferisce a Shenzhen, nella provincia del Guangdong: ed è qui che inizia ad agguantarsi l’indipendenza concreta, giovane donna lavoratrice in carriera per bravura e passione. Non è ancora tempo della moda, ma del forgiare alcuni dei talenti che contribuiranno a renderla abile nella costruzione del suo sogno: prima c’è l’impiego in un’azienda leader dell’elettronica, poi il ruolo d’agente assicurativo in cui brilla tra i primi 10 su 3000 agenti a Shenzhen, poi la decisione di di aprire un negozio di abiti in una delle zone più esclusive, quando lo shopping appassionato le fa intuire il gusto di non fermarsi ad un ottimo guardaroba per sé, ma di ampliarsi ad un progetto tutto suo.
Judy lavora, sperimenta, impara: si laurea in financial management all’università di Shenzhen, poi vola in Italia per proseguire gli studi in moda, da buyer e in seguito da fashion designer. Forgia il gusto personale, lascia libera la sua natura di femminista consapevole che l’indipendenza della donna nell’impugnare i sogni e farne realtà concrete nonostante le convenzioni sociali sia un dovere innanzitutto per se stessa. Veste questa femminista di uno stile che è squisitamente suo: con abiti che mentre valorizzano la determinazione, sottolineano la femminilità e raccontano storie d’ispirazione ideale per la contemporaneità.
Il brand che porta il suo nome prende vita a New York, e forma sartoriale eccellente nella sua Cina: oggi oltre centocinquanta persone compongono le squadre di progettazione, produzione e vendita che la affiancano nel creare capi altamente curati nella qualità e nei dettagli. E nella narrazione di storie che portano con sé.

Judy Zhang p/e 2020: femminista femminile come lei, indossa abiti dall’appeal rock su cui i ricami raccontano un’antica leggenda d’amore

La collezione p/e 2020 ne custodisce una che risale al tempo sospeso delle leggende cinesi, e arriva dritta al cuore romantico e combattivo: narra l’eterno amore impossibile, eppur vittorioso, di Lady White, lo spirito del Serpente Bianco che, dopo millenni chiusa tra nuvole bianche e montagne a diventare padrona di pratiche magiche e religiose, s’incarna in giovane fanciulla incantevole, scende sul Lago dell’Ovest, dove incontra il bel giovane Xu Xian. La pioggia fu galeotta: col suo pretesto, lei chiese in prestito l’ombrello a lui, che s’affrettò a ripararla. Da quel momento, l’amore li avvinse, puro e forte tanto da scatenare la furia gelosa del monaco Fahai, che tutto fece pur di dividerli e, dopo aver portato con l’inganno Lady White a rivelare la sua natura di serpente al marito, ci riuscì. Ma solo per un po’, perché lei affrontò ogni peripezia: l’abbandono e la gravidanza, la prigionia e la lotta contro il male, fino a riagguantare suo marito e il loro eterno amore.
Suggestioni di romanticismo e forza che nella collezione diventano scene narrate dalle stampe colorate grafiche dal gusto pop, che si mescolano agli intrusi scherzosi come gli airpod indossati dal serpente, e che convivono con la sofisticatezza preziosa dei ricami a mano di Suzhou, il più importante fra tutti i tipi di ricamo cinese, fatta in fil di seta. Le plissettature scenografiche rievocano le pieghe dell’ombrello che contribuì al magico incontro, mentre la pelle di serpente e le onde del lago rivivono e scintillano su tute, blazer e pantaloni di strass. Le silhouette sono scolpite nei punti dove la femminilità gioca a concentrare il fascino, l’appeal rock interviene a ricordare che le regole sociali inutili possono essere frantumate a vantaggio delle nostre passioni, ma le regole eccellenti dell’alta sartoria cinese no, quelle restano e caratterizzano ogni capo di Judy Zhang.