Il movimento in quanto progressione, cambiamento e crescita. L’evoluzione troppo veloce. La voglia di fermare il tempo.
La collezione Couture autunno/inverno 2019-2020 di Armine Ohanyan è una boccata di aria fresca, è volare via dalla frenesia del presente e vivere liberi nella natura. È un viaggio alla scoperta di quest’ultima. È abbracciarla, per parteciparne della perfezione, l’unica perfezione conosciuta.

In passerella sfilano abiti e giacche che ricordano la corteccia e le venature degli alberi, vestiti di petali tridimensionali che richiamano i fiori, ma anche gli uccelli, pieghe che riflettono il fluire dell’acqua ed i movimenti dell’aria. Ma soprattutto ali di farfalla, strumento di volo di uno degli animali più poetici che la natura abbia creato, che ricoprono pantaloni, gonne, abiti e danno ritmo posandosi elegantemente sulle camicie. La palette dei colori è fatta di blu, viola, verdi, ma anche di bianco e nero, non contrapposti, ma sfumati naturalmente, tanto da fondersi quasi l’uno dentro l’altro.
La collezione però non è solo armonia, è anche opposizioni: l’aspetto volatile e quello metallico, quello meccanico e quello naturale, mostrate dall’uso di tessuti quali chiffon di seta, organza, duchesse e cotone, da tagli laser e da plissè piegati a mano dalla maison Du Pli.

La collezione couture autunno/inverno 19-20 di Armine Ohanyan è un volo via dalla frenesia del presente.

Per mostrare il contrasto tra l’aspetto naturale e le invenzioni degli uomini. Contrasto che traspare anche dalla decisione di collaborare con Maison Daumet, azienda capace di mescolare know how e conoscenze antiche con le tecniche delle nuove ricerche scientifiche, creando un nuovo modo di lavorare l’oro che non prevede bagni chimici.
La collezione è segnata anche dalla volontà di denunciare l’inquinamento. Così la plastica riciclata si veste di uno strato di oro bianco e diventa il materiale più lussuoso.
Armine Ohanyan ci dà la possibilità di indossare abiti che ci fanno volare via, per prendere fiato, per respirare…