Punk nello spirito oltre che nell’estetica, concretezza affilata allacciata all’animo generoso, passione entusiasta per la moda cucita sulla consapevolezza profonda di cosa significa abitare la realtà, grinta felicemente testarda a volerla migliorare questa nostra quotidianità troppo spesso ottusa, persino violenta, nei confronti della grande ricchezza offerta dalla diversità: questo breve ritratto è un tentativo sincero di presentare in bellezza e bravura Stefano Dassù e Pasquale Amoroso per conoscerli, e quindi riconoscersi oltre che apprezzarli, nella bellezza autentica delle giovani persone e nella bravura di stilisti indipendenti che nel brand continuano a fondere non solo le identità personali ma anche le intenzioni sociali.
Dinamica essenziale che li ha guidati prima a sentirsi dentro e poi allestire fuori il progetto “Freedom To Me”.
Dassù Y Amoroso è infatti un brand che vive davvero nella realtà del presente, sin da quando Stefano e Pasquale si sono affacciati al fashion world per crearci dentro un proprio percorso di abiti che è anche un discorso di ideali, che dallo spirito di ribellione dello street punk inglese prende ispirazione per lo stile e per la lucidità delle intenzioni: «nasciamo con lo spirito di libertà, senza distinzioni di genere per abbattere pregiudizi».
Adesso, dopo aver percorso varie tappe di crescita tra collezioni e presentazioni, che abbracciano anche la passerella pregiata di AltaRoma e al contempo quella alternativa di Maze Turin, il festival della streetculture italiana, e dopo aver attraversato il periodo turbolento del lock-down maturando riflessioni profonde e nuove visioni, Dassù Y Amoroso sono pronti a lanciare un progetto personale che è l’inizio di un percorso collettivo: «ora abbiamo trovato la nostra dimensione, siamo un brand no gender ma anche senza barriere. “Freedom To Me” è infatti un progetto per parlare della libertà: parlare con chiunque di tutte quelle che sono le diversità che possono esistere». È dunque un progetto che invita a vestire e praticare un principio salvifico ed essenziale, che sin dagli esordi in Dassù Y Amoroso è intessuto in ogni collezione e azione: essere se stessi, sempre!
Sfumiamo subito ogni eventuale dubbio: qui non ci sono slogan da sbandierare, né leve di marketing da cui lucrare.
C’è invece l’urgenza di creare abiti con dei contenuti che siano di utilità sociale e culturale: creazioni che vestono i corpi mentre aprono le menti per far funzionare il contesto in cui le persone vestite e raccontate da quegli abiti vanno a vivere, o meglio a con-vivere. Per questo c’è la fiducia nell’importanza di praticare il valore dell’incontro: tra le persone, tra le culture, tra se stessi e i propri demoni interiori, tra le differenze che non devono essere pericoli da ghettizzare ma una scoperta da rispettare. E non c’è l’aspirazione a compiere gesti eroici, ma la coscienza schietta che a rischiare con la volontà di agganciare alla moda da indossare un potente valore sociale da divulgare si può contribuire insieme a migliorare le cose.
In cosa consiste “Freedom To Me”? È un percorso in espansione, dove ogni elemento risuona nella coerenza dei principi, ma anche nell’attaccamento immediato alla realtà con le sue idiosincrasie da sistemare. Come amano dichiarare Stefano e Pasquale: qui è tutto punk!
“Freedom To Me” è l’occasione per esercitare la comprensione, a partire dai concetti che ne stanno al cuore: “gender neutral”, che è un modo di porsi e parlare, quindi una questione di lessico su cui lavorare per concretizzare il rispetto verso le persone che non si vogliono riconoscere in un genere maschile o femminile; “genderless o no gender” è invece la volontà di distruggere le barriere combattendo i pregiudizi rivolti a quelle persone che nel genere binario non si rivedono. Gusto per il proselitisimo? Niente affatto. Piuttosto: gusto per la vita ritrovata dopo aver vissuto le restrizioni sulla propria pelle e gli scossoni nelle emozioni: «lo abbiamo sperimentato su di noi, abbiamo capito che non c’è bisogno di definire un sesso per poter mettere un ombretto uno smalto o i tacchi. Non devi essere fisicamente qualcosa per poterlo fare se ti piace: è una cosa molto bella, ci fa sentire più liberi, più noi stessi!»
“Freedom To Me” by Dassù Y Amoroso: la realtà genderless è il cuore del progetto di moda e società inclusiva, lotte, stile e storie di libertà
“Freedom To Me” è l’occasione di indossare creazioni progettate sulla libertà d’inclusione: ora inizia con una capsule seasonless di camicie oversize, per vestire tutte le taglie comprese quelle importanti e per essere indossate come si vuole anche come mini-dress, in tre versioni colore che sono le tinte identitarie del brand compresa la combinazione verde e nero, realizzate nel caratteristico nylon logato in tinto filo che diminuisce l’impatto ambientale, e appaiate alle mascherine sempre in nylon logato fuori, e dentro in tnt a tre strati lavabile e riutilizzabile.
“Freedom To Me”, a proposito, è anche la libertà di rispettare l’ambiente partendo dalle scelte più immediate che provengono da visioni realistiche e immaginari futuristici: Dassù Y Amoroso già praticano il recycling con l’uso di materiali provenienti da plastiche PET e l’upcycling con l’assemblaggio di materiali d’archivio e di passate collezioni, perché la soluzione al problema delle immense quantità di materiali e plastiche che invadono il pianeta è «cercare di sfruttare quello che già c’è, senza creare altro». E man mano crescerà con un itinerario dove la tecnologia sarà sempre più presente nell’intero percorso di vita dei prodotti, dalla progettazione 3d alla vendita, ma non inficerà la vita offline, anzi contribuirà a rinsaldare le relazioni e il senso di comunità in ogni dimensione virtuosa, da quella locale a quella internazionale: «crediamo sia necessario dare voce innanzitutto alle nuove generazioni che sono molto più predisposte e molto più libere, ma crediamo nel gruppo di tutte le persone che abbracciano la nostra filosofia anche dal punto di vista del prodotto, quindi comprese le aziende della nostra filiera».
“Freedom To Me” sarà un programma di talk sull’uguaglianza e la lotta alla discriminazione, per scambiare racconti di vita con chiunque voglia partecipare a comporre insieme il mosaico della consapevolezza sulla libertà: persone queer e transgender, ma anche persone che vogliono convivere liberamente ad esempio con i chili in più o in meno, o con gli occhiali, con diversità che non sono difetti ma caratteristiche d’identità.
Da ora “Freedom To Me” è un potente racconto in immagini della forza delle intenzioni a costruire una società inclusiva che rispetta e valorizza la bellezza della diversità come fonte d’ispirazione e unicità: niente modelli e modelle d’agenzia tradizionali, ma solo street-casting inclusivo. Guardatele, percepitele, godetele le immagini che vedete qui a corollario: dentro, tra i ritratti, c’è il talentuoso e giovanissimo modello queer Vittorio Franco. Sono le prime fotografie e sono già stra-ordinariamente potenti: brillanti nel far deflagrare le sottili pareti confortevoli dell’ordinario!
Silvia Scorcella
Fashion and culture Writer Freelance, marchigiana d’origine e globetrotter d’adozione.
Ha intrecciato un percorso eterogeneo che mescola una Laurea in Lingue Straniere Arti e Cultura, un Diploma in Giornalismo di Moda all’Accademia di Costume e Moda di Roma e una Laurea Specialistica in Moda.
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