Ogni edizione di Pitti Uomo è occasione buona e giusta per apprendere nuove lezioni di stile: uh no, qui non si vuol disquisire di singoli trend rapidi come brevi meteore capricciose del gusto, bensì di concetti essenziali e fluidi che si posano alle basi dell’evoluzione dell’apparire, che a suo modo è sempre specchio dell’evoluzione di stili di vivere e abitare la contemporaneità. 
Per questo, tali lezioni necessitano di un giusto approfondimento per essere scoperte, esplorate, godute in tutte le loro virtù  e assemblate in nuovi fil-rouge che guidano il modo e il mood d’abbigliarsi per la stagione fredda che verrà.
In questo nostro racconto, che proviene dall’appena trascorsa edizione di Pitti 97, ne abbiamo raccolte una manciata breve ma intensa: una sorta di piccolo e pratico bignami modaiolo, attraverso il quale trovare l’ispirazione per comporre la sostanza del guardaroba prossimo virile. Intanto, ecco un piccolo indizio: nella migliore sostanza l’ingrediente fondamentale ha a che fare con l’eccellenza senza tempo della materia, e delle intenzioni con cui è lavorata. A buon intenditor… 

… Poche parole, perché il nome già basta ad intuire la lezione virtuosa: il nome è Cividini, che con la collezione a/i 2020-21 propone un distillato aggiornato di quel che sta al cuore della sua produzione eccellente. E che sta al cuore anche del guardaroba maschile: ovvero la maglia, declinata in un ventaglio d’interpretazioni creative e manifatturiere così ricco, che solo a scorrere le caratteristiche sembra di ascoltare una poesia delle sofisticatezze Made in Italy sospese tra la ricercatezza tradizionale della qualità artigiana e l’innovazione dell’estetica contemporanea. Ecco giusto qualche suggestione: polo e girocollo leggerissimi in lana e cotone a tessitura tubica con disegni presi dal clan Rob Roy, oppure colorati ad aerografo, o ancora decorati da effetti coloristici inaspettati tramite la tecnica del “jet print” che mescola alta tecnologia e artigianato; le maglie tricot in cachemire puro o blend, la fodera in bouclè di alpaca che è la novità di stagione, il mimetico ad effetto trapuntato, il cappottino a quadri in maglia scuba, il bomber d’ispirazione college, il girocollo attraversato da pennellate di colore steso con il rullo da imbianchino e i cardigan multi-color e multi-filato realizzati dalle mani delle maestre magliaie. 
A proposito di naturalezza, il brand American Vintage prosegue saldo sulla strada del suo successo internazionale, le cui radici son agganciate a quel che in gergo fashion si definisce easywear comfy-chic, ovvero i capi che son un inno alla semplicità, alla praticità, ma anche ad un’estetica curata abbastanza per indossarli anche fuori casa senza spiegazzare la propria dignità. L’ingrediente fondamentale dei capi American Vintage è cotone Pima, che regala grande piacevolezza alla pelle, affiancato alla qualità dei filati italiani e alla consapevolezza etica dei look ribattezzati ultra-denim, realizzati garantendo il minor utilizzo di acqua possibile come regolano gli standard internazionali.
A proposito di sostenibilità, virtù che ad oggi ben sappiamo non è più un semplice valore aggiunto ma una necessità urgente, Lumberjack s’unisce in partnership con Thermore e realizza una collezione di capispalla tecnici, performanti e soprattutto eco-friendly, perché realizzati con imbottiture composte da fibre ricavate da plastiche PET, ovvero polietilene tereftalato, la plastica con cui son principalmente realizzate le bottiglie per intenderci, che però è ben riciclabile e senza produrre emissioni dannose.

Una selezione di essenziali di stile maschile da Pitti 97, con al cuore il valore dell’heritage, della contemporaneità e della sostenibilità

Dulcis in fundo, la lezione virtuosa dell’heritage storico sì, ma al contempo rivolto al futuro: a Pitti 97 la maison Trussardi presenta un nuovo appuntamento del progetto Beautiful Minds, un itinerario composto da collaborazioni di stile e styling con una selezione di talenti creativi del fashion e del suo lifestyle. 
Per la collezione dedicata all’a/i 20-21 la cura è affidata a Giorgio Di Salvo, direttore creativo del cult-brand United Standard, che di Trussardi s’immerge nel prezioso patrimonio di sofisticatezza e azzardo con cui la maison del levriero ha saldato la sua iconicità negli anni ’80 e ’90, ne custodisce l’essenza degli stilemi, ovvero la pelle, il denim, le grafiche declinate sul jersey e sulla maglieria, e le aggiorna col suo senso del contemporaneo, allestendo una collezione che ricrea un’atmosfera che racconta di sofisticatezza nobile, di desiderio di quell’eleganza così peculiare e quasi inaccessibile. Un’atmosfera che a Giorgio Di Salvo rievoca ”il sapore di alcuni salotti di case di amici in cui durante l’adolescenza andavamo a giocare in assenza dei genitori. Se chiudo gli occhi e torno a quelle sensazioni trovo sempre un dettaglio che mi riporta al levriero. L’atmosfera che ho voluto ricreare con questa collezione è proprio questa: l’arrivo di una nuova generazione nel salotto buono della moda milanese. Un incontro di stili e una stratificazione di generazioni da cui nasce sempre qualcosa di nuovo, seppur strettamente legato all’intuizione originale.”