“Finché la storia delle donne sarà relegata a margine, finché l’arte femminile sarà un’aggiunta della narrazione principale maschile, le donne e le artiste saranno in svantaggio. L’unico modo per cambiare le cose è che le giovani possano continuare a costruire quello che le altre donne hanno già iniziato”: l’energia consapevole di queste parole proviene dall’energia altrettanto consapevole di una delle artiste più dirompenti del panorama femminista degli ultimi decenni, Judy Chicago: lei, con la sua audacia dipinta a tinte arcobaleno ha nutrito una parte assai importante dell’ispirazione della collezione Longchamp s/s 2020. Queste sue parole, scelte qui appositamente ad illustrare un estratto del suo messaggio d’arte che dura dai primissimi anni ’70, paiono davvero prendere forma nei capi in collezione: come fosse un’intenzione silente da parte della direttrice creativa del brand, Sophie Delafontaine, che dell’artista Judy Chicago è grande ammiratrice, di rendere omaggio all’invito di proseguire l’opera iniziata da altre donne prima di lei. Quella di credere profondamente nella bellezza femminile, e di valorizzarla fino al punto di illuminarla. Letteralmente!

L’ispirazione della collezione, infatti, è composita ma coerente: come fosse un mosaico dedicato alla riscoperta della femminilità, Sophie Delafontaine prosegue la tessitura della sua ispirazione e coglie il viaggio quotidiano del sole, dalla dolcezza della sua alba alla densità scura della sua assenza quando col tramonto lascia il passo alla notte, per raccontare attraverso i colori, e le sfumature degradé che ne compongono il susseguirsi, il viaggio quotidiano nella femminilità che i capi e gli accessori in collezione son chiamati a compiere con confortevolezza e ricercatezza per accompagnare la donna attraverso le occasioni di un’intera giornata. Eleganza contemporanea notturna compresa. Ma l’ispirazione non termina qui il suo mosaico, manca ancora un tassello che della poetica di stile di Sophie Delafontaine è caratteristica creativa giocosa e intrigante: ovvero, la mescolanza di epoche stilose apparentemente distanti, eppur contaminabili. In questo caso le suggestioni allacciate agli anni ’70 e ’90.
Et voilà, la collezione s/s 2020 che ha percorso la passerella americana della New York Fashion Week è un affascinante opera di equilibrio tra contrasti: una mescolanza soffice e raffinata, al contempo fresca e attraversata dalla leggerezza di una vibe contemporanea, tra lo chic parigino e la nonchalance street, con quel giusto pizzico di gusto bohémien a confermare la firma della maison. Le linee son nette, così che i volumi possano raccontare al meglio la storia di stile che portano con sé: la scioltezza del nylon nero che diviene nettezza design in pelle per gli outfit d’apertura, trasformismi lievi che si susseguono negli abitini asciutti alternati alla fluidità di quelli in seta che accarezza la pelle, le lunghezze son spesso cortezze nelle minigonne e negli shorts a vita alta, nelle scollature profonde che si alternato a top quasi sporty e a bluse quasi campagnole. 

Longchamp s/s 20: l’ispirazione allaccia la forza femminista di Judy Chicago, i colori del tragitto del sole, il blend degli anni ’70 e ’90

Assieme alla palette che narra il viaggio del sole e riporta il messaggio delle opere di Judy Chicago, a rafforzare la suggestione c’è anche la grafica dal gusto Seventies che disegna una meridiana con il suo codice di raggi e numeri, tanto sigli abiti quanto sulle borse. Ed eccolo il cuore di Longchamp, le borse, emblemi della maison sin dai suoi esordi storici nel lusso francese, e tuttora icone del desiderio femminile: la collezione s/s 2020 porta con sé tutti i suoi modelli più amati, per l’occasione tradotti in mini-taglie preziose che quasi li rendono dei gioielli. Non solo, la nuova collezione porta con sé anche una nuova versione del must-have d’eccellenza del brand: il modello Roseau, impreziosito dal dettaglio distintivo della fibbia composta dal dettaglio in bambù, rievocante la tipica allacciatura del montgomery, ora sfoggia un design più grafico grazie agli angoli smussati, e un appeal pressoché sporty-chic. Bravò Sophie Delafontaine!