L’associazione letteraria spunta istintiva, di certo scevra della facilità attuale di appiccicare citazioni famose a qualsivoglia soggetto, bensì colma di consapevolezza sincera: “Viaggiare è come sognare, la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato”.
Brevi righe appartenute al genio di Edgar Allan Poe, che ben si allacciano nella loro essenza carica di saggia verità, di certo qui priva della tipica allure noir, al mondo de “Mes Demoiselles Paris”, o meglio: al mondo della sua fondatrice e stilista, Anita Radovanovic, che di viaggi e di sogni nutre la sua creatività da dentro l’animo fin nella materia delle collezioni. Con in più il merito di mantenere vividi tutti i ricordi anche al risveglio!

La spiegazione di questa associazione è presto detta, anzi intessuta nelle trame: quelle dei tessuti che danno vita agli abiti naturalmente, quelle essenziali che disegnano il percorso autobiografico di Anita, e di conseguenza nelle trame dei racconti narrati dalle ispirazioni che diventano collezioni.
Il fil rouge che, come in un gioco di parole veritiero, s’infila a collegare tutte queste trame, è per l’appunto l’esperienza, prima interiore e poi esteriore, del viaggio: nello spazio delle culture che abitano i paesi da scoprire, nel tempo lunghissimo delle tradizioni sartoriali, e in quello squisitamente personale della memoria che colleziona ricordi, li fonde ai sogni e li traduce in affascinanti suggestioni sartoriali.
Il viaggio, infatti, è innanzitutto connaturato alla storia giovane di Anita Radovanovic: quello che inizia nella sua infanzia vissuta in Montenegro con i nonni, lì dove ha raccolto la vitalità gipsy del folklore locale, la forza dei colori e la ricercatezza dei ricami che ai tempi nascevano dalle mani affezionate della nonna, e oggi son quasi un linguaggio che parla dalle mani artigiane che li realizzano sui capi. Il viaggio prosegue in Francia, nella Parigi chic eppur, come si suol dire, décontracté, che è anche incastonata nel nome del brand: la città in cui nel 2006 Mes Demoiselles Paris è nato e ha iniziato il suo percorso verso il successo. Il viaggio prosegue ad ogni collezione, dove si aggiunge una tappa di esplorazione delle culture lontane che hanno tradizioni manifatturiere ancora genuine, delle memore personali che affiorano mescolate ai sogni: della femminilità, che è accolta e valorizzata dalle creazioni.

Mes Demoiselles Paris a/i 19-20: un nuovo viaggio tra suggestioni di terre lontane, tradizioni artigiane, emozioni preziose e allure chic

Così, appunto, accade felicemente nella collezione a/i 2019-20: dove l’ispirazione gioca con le stampe che si compongono variegate a mo’ di patchwork, dove le forme viaggiano lontane su un itinerario tra le culture, che raggiunge anche l’oriente nella geometria esatta del kimono, dove le stoffe regalano eleganza grazie ai velluti anche stampati, alle sete, lane, dévoré.
Il fascino irresistibile del viaggio conduce l’ispirazione anche nell’India delle divinità femminili che la tradizione vuole dotate di specchio, in lingua originale Darpana: a quest’immagine di luce e potere intenso sono dedicate le particelle di luce ricamate a mano sulle maniche a baloon: una luce che quasi si scioglie nell’oro colato degli abiti che narrano una ricercatezza sospesa nel tempo, ma sempre, perfettamente attuale nella sua sofisticata semplicità.