“La noia mi uccide. Ho bisogno di cambiare.”
Una tale ouverture per questo racconto di stile potrebbe suonare un pizzico spiazzante, è vero. Eppure il bello di questa citazione è che il senso che diffonde s’incastona perfettamente alla forza appassionata che plasma le creazioni, al mood che ne permea la bellezza, al messaggio che veste chi le indossa, anche se la fonte celeberrima non venisse riconosciuta. Eventualità che rasenta quasi l’irrealtà, ne son certa: l’avete riconosciuta, nevvero? Oh yes, la voce che pronuncia questa sentenza è quella di un personaggio divenuto icona tanto quanto l’attrice che le da vita, tanto quanto la pellicola che abita, e infine, tanto quanto il suo regista e l’inconfondibile universo estetico che si è cucito addosso.
Ebbene: la dichiarazione appartiene all’indimenticabile Margot Tennenbaum, ma nulla nella collezione a/i 19-20 di STMA a che fare con l’immobilità delle emozioni che l’affliggeva, bensì ha molto più a che fare con la determinazione di Stefania Marra, che del brand è la stilista e fondatrice, a non appoggiarsi mai sulla superficie piatta delle cose, per infilarsi a scoprire quel che si nasconde più in profondità. E da lì, tirare fuori dei tesori.

Nel caso della collezione in questione, il tesoro è allacciato ad un tema assai caro a Stefania Marra: la femminilità, e la fragilità che porta cucita spesso addosso, come fosse la sutura di una cicatrice. Come già sottolineato, però, non c’è accenno di malinconia, o di carezze all’apatia: piuttosto, c’è la consapevolezza salda, abbracciata al guizzo vitalistico un pizzico ribelle che Stefania Marra porta con sé intrecciato alla sua biografia. Lei, giovane ancora ora che con il brand che porta le sue iniziali sta percorrendo una strada di meritato successo, ancora più giovane nelle sue esperienze di formazione fonde l’educazione sartoriale minuziosa e disciplinata dell’eccellenza made in Italy, e il fascino di libertà espressiva carica di energia riottosa alle regole della scena underground londinese. Due facce di una medaglia unica, quella del mondo stilistico STMA: qui, dove la femminilità sa mostrare allo stesso tempo la squisitezza dell’eleganza bon ton e l’appeal sfacciato di dettagli inaspettati, sperimentazioni aperte, citazioni nient’affatto scontate.
Eccolo spiegato, dunque, il motivo della citazione d’ouverture: la figura di Margot Tennenbaum fa da fil rouge stiloso, assieme alla palette cromatica inconfondibile delle atmosfere firmate Wes Anderson, e quel che va cambiato per non uccidere è l’approccio rivolto alle proprie fragilità, che non vanno nascoste, bensì vissute in pienezza e libertà.

STMA a/i 19-20: “Fem With Care”, Stefania Marra afferma che la fragilità va sfoggiata con cura e stile ispirato ai Seventies di Wes Anderson

La collezione a/i 2019-20 infatti s’intitola “Fem With Care” : l’ispirazione di Stefania si è immersa nelle atmosfere Seventies che ha in comune col visionario regista citato, ma le ha fatte completamente sue, scegliendo dettagli che accalappiano mente e occhio per ricercatezza alternativa: il packaging vintage delle sigarette belga Tigra che campeggia e decora abiti e maglie assai chic; la carta delle caramelle Fallani che profila pantaloni e le felpe in velluto, i fasci di scotch con su la scritta “Fragile” diventano un ornamento d’ammonimento, mentre i capispalla e le minigonne son decorati da patch lucidi con dentro i claim “Don’t crush” e “Fem with care. Grinta e grazia son gli ingredienti essenziali della collezione: i tessuti amplificano il fascino vintage, come il velluto, il vinile e il panno di lana, ma non eccedono nella compostezza quando i motivi a quadri scozzesi che compongono l’abito in realtà son due diversi. Però cedono alla brillantezza: grazie al lurex che scintilla delicato a confermare il valore prezioso della femminilità.