Ho già parlato in passato di Gaetano Pollice, ma chi mi segue Sto arrivando! Che amo ritornare a raccontare quelle storie che più mi hanno colpito, incontrare di nuovo i personaggi che secondo me hanno molto da dire e da offrire in un panorama a volte saturo di idee frivole. Sempre educato, sorridente e gentile, Gaetano mi colpisce sempre per questa forza che sembra nascere da una grazia che gli appartiene, tutte le volte che gli ho parlato, mai una parola fuori posto, mai un pensiero sgradevole, sempre questa passione travolgente per il suo lavoro che coinvolge chi lo ascolta. Per questo mi ha fatto piacere sapere che il suo lavoro made in Italy, anzi Made in Molise, continua, e che la collezione che ha sempre trovato spazio nel bel progetto Showcase, presentato ad ogni edizione di AltaRoma, stia proseguendo con nuove idee. Idee e novità che Gaetano Pollice racconta in questa intervista.

Parlami della nuova collezione. Da quali input ispirativi è nata e come li hai tradotti?
Rainbow Collection è il mio nuovo progetto Made in Molise.
Sono partito da una frase pronunciata da Harvey Milk “All man are created equal. No matter how hard you try. You can never erase those words.”
È una frase che ha dentro tutto il senso del messaggio che vorrei mandare e al quale mi sento molto vicino: l’amare se stessi e il non sentirsi diversi e dispersi in questo mondo pieno di pregiudizi nonostante tutto.
Purtroppo esistono delle persone che si rifiutano di vedere le cose come realmente sono, che si allontanano dall’altra parte dell’orizzonte, evitando di essere ciò che realmente sono. Questa collezione non è dedicata a loro. È dedicata ha chi ha avuto il coraggio di osare e di affrontare le vicende del cuore. Per tutti coloro, uomini e donne, che vogliono conoscersi così come sono in realtà, e non come dovrebbero essere. Per tutti coloro che amano la verità più di quanto amino la felicità.
Ci vuole molta forza per questo e il mio progetto è dedicato a tutti loro.
Sul foglio bianco ho iniziato a disegnare i miei modelli iconici, ossia la Domy Bag e la Little Star, aggiungendo la nuova nata, Silvya Bag.
Nel nostro laboratorio Made in Molise a Campobasso, abbiamo usato tutte pelli riciclate e presenti in magazzino, in modo tale da non sprecare nulla. Cuoi stampati pitone, struzzo e serpente, nappe con lavorazioni iridescenti e cangianti, con stampe di pellame esotico tanto usate negli anni ’80.
Tutte le borse hanno il motivo “rainbow”, che ho voluto ridisegnare sia sulle chiusure delle Domy Bag a mo’ di strisce di pelle suede multicolor che si intrecciano tra loro, sia lasciandole libere sulle Little Star a creare frange lunghe e colorate. Dal 2015 non ho mai smesso di andare alla ricerca del “bello”, non tanto in senso oggettivo, quanto legato al bello nel “saper fare”. Il nostro laboratorio, Argia Pelletterie, è in Molise, precisamente a Campobasso. E lì, insieme, continuiamo ogni giorno a cercare tecniche e lavorazioni che, sempre di più, si avvicinino alla perfezione. Il lavoro degli Artigiani Molisani è accurato, preciso, e per me è una cura spirituale guardarli fare.

Il tuo legame con AltaRoma?
Altaroma per me è stato, nel gennaio 2018, durante la prima edizione di Showcase alla quale partecipai, un sogno che si è realizzato.
Da bambino ricordo ancora le edizioni di Altaroma che guardavo con occhi sognanti in tv o sulle riviste di moda. Quando due anni fa mi chiesero di partecipare col mio marchio, non potevo crederci.
E da allora ci sono sempre stato!
Quando penso ad Altaroma, penso a Simonetta Gianfelici e Francesca Romana Secca che mi hanno voluto e mi hanno “lanciato” come uno dei protagonisti di questo evento ormai per me imperdibile.
Ho un fortissimo legame con Roma, con la storia dell’alta moda italiana che è nata lì: Valentino per me è e resterà un punto di riferimento.

Bologna: il tuo rapporto con la città?
Quando penso a casa, penso al Molise, la mia regione di nascita e nella quale sono cresciuto.
Ma quando penso alla mia casa degli ultimi anni della mia vita, penso a Bologna.
Bologna mi ha accolto a braccia spalancate, dopo sette anni milanesi, durante i quali ho approfondito lo studio della moda e ho iniziato a lavorare come designer per diversi brands.
A Bologna ci sono arrivato già “grande” e credo che per questo motivo la considero la mia casa. Qui avevo già una mia professionalità definita, è qui che ho iniziato a lavorare come consulente, ma soprattutto è a Bologna che è nata l’idea di creare il mio marchio di alta pelletteria. Era un periodo di grandi cambiamenti nella mia vita e dovevo decidere se lanciarmi in questo immenso vuoto che può essere un grande desiderio che vorresti vedere realizzato. Dico vuoto poiché non sapevo dove mi avrebbe portato, chi mi avrebbe fatto incontrare, se valesse veramente la pena crederci e portarlo a termine. Non avevo un paracadute. Proprio durante una sera di quelle nelle quali pensi e ti fai mille domande, sognai mio nonno, una persona per me molto importante, che mi mostrava una borsa dove vi era inciso il mio nome, dicendomi che il prima possibile dovevo creare qualcosa di mio. Dunque mi sono sentito protetto e pronto a lanciarmi nel vuoto!

Da Bologna, ma con una collezione made in Molise, Gaetano Pollice e di nuovo ospite di stefanoguerrini.vision

Come è cambiato il tuo lavoro in questi anni e come se cambiato tu? Cosa ti ha insegnato questo mestiere?
Iniziai l’Università in Molise e, dopo aver portato a termine il mio percorso di studi, decisi di trasferirmi a Milano per studiare moda. Dal lontano 2006 non mi sono più fermato. Ho studiato, approfondito, ho cominciato a lavorare. Non ricordo periodo della mia vita nel quale abbandonai la matita ed i colori.
Da allora sono passati tanti anni e, se continuo a fare ancora questo lavoro, vuol dire che è realmente la mia passione più grande. Sicuramente è cambiato il mio approccio alle persone con le quali devo relazionarmi. La moda di oggi mi spaventa. Il mercato rappresentato dai giovani e giovanissimi è effimero, è fatto d’immagine e di quantità più che di qualità. D’altra parte noi designer indipendenti abbiamo non poche difficoltà: i nostri prodotti sono di alta gamma, ma ci andiamo a scontrare con i colossi della moda che, ahimè, presentano prodotti di qualità bassa, ma molto più costosi dei nostri. L’Italia in ciò non aiuta. Nonostante ciò io mi sento fortunato a poter fare il lavoro che amo, e di aver realizzato un sogno che avevo da tempo.
Questi anni mi hanno insegnato a non fidarmi di tutti coloro che mi promettono di fare arrivare le mie borse ovunque. Ho capito che ciò che senti subito dentro di te devi dargli ascolto e se una cosa non ti convince, non devi farla.

Progetti e sogni per il futuro?
Potrei dire di aver realizzato oggi il mio sogno di felicità. Ma la felicità non basta mai, ne vogliamo sempre di più. Io sinceramente sogno di poter portare avanti ancora per molto questo mio progetto di Made in Italy, ma soprattutto di continuare a far lavorare i professionisti del mio Molise, artigiani, fotografi, grafici, che considero oggi una grande famiglia allargata. Fino a quando questo succederà, avrò realizzato ogni giorno il mio piccolo sogno di felicità. Voglio essere quello che oggi sono. Una persona normalissima che ha la fortuna di fare un lavoro straordinario.