Conosco da tempo Andrès Caballero, da quando, tornato in Italia dopo gli studi all’Istituto Marangoni e in seguito a Parigi, decise di stabilirsi a Milano lanciando una sua linea. E San Andrès Milano è stata fino ad ora una avventura interessante, sospesa fra la sartorialità del Bel Paese e l’etnicità delle origini messicane, un universo intellettuale e creativo che, dopo aver preso parte per molti anni alla fashion week milanese come vera e propria collezione pret-a-porter, ha trovato in questi mesi così complicati di lockdown un nuovo percorso, all’insegna del genderless, ma anche dell’apertura verso altri ambiti artistici. Ho fatto una chiacchierata con Andrès e mi ha raccontato un po’ di novità, ben espresse anche dalle belle fotografie. Eccovi la mia intervista al designer.

Mi racconti questa collezione e perché è nato anche l’uomo San Andrès?
Proprio l’anno scorso, nel periodo di chiusura, mi sono chiesto come avrebbe dovuto essere la figura umana, senza dover per forza avere una immagine maschile o femminile, quali fossero le ideologie di tutto un pensiero maschilista o femminista. Così ho pensato che San Andrès avrebbe potuto proporre una linea maschile, che in realtà potesse essere genderless, cioè indossata sia da un lui che da una lei. L’approccio della struttura di ogni singolo capo sta nel rapporto ad un corpo sia femminile, sia maschile, riuscire a far convivere una struttura di vestibilità e immagine valida per entrambi.

Come ha cambiato la pandemia il tuo approccio al lavoro?
Purtroppo ho dovuto mettere un freno alle collaborazioni che portavano alla creazione di una stagione ready to wear vera e propria. Infatti non sono uscito con una collezione f/w 2021-22, ma da sempre ho lavorato con servizi su misura, quindi ho rafforzato questo tipo di approccio con il mio cliente, creando abiti sartoriali su misura. E devo dire che sto avendo un ottimo riscontro.

Come vedi questa nuova fashion week digitale?
Ho partecipato al lancio della Milano Digital Fashion Week per le pre-collezioni s/s 2021 e poi per la stagione spring/summer ‘21. Devo dire che a livello di media e di comunicazione è una vera rivoluzione, la CNMI sta credo facendo cose giuste, purtroppo i marchi piccoli come il mio hanno bisogno di un approccio più materico, di fare in modo che i capi si possano toccare dal vivo. Vedremo in futuro, come evolverà la situazione.

Andrès Caballero ci racconta un nuovo percorso per il suo San Andrès Milano, all’insegna di una moda genderless che si apre ad altri universi creativi

Sei in Italia ormai da sempre, che cosa ti lega di più al nostro Paese?
Mi lega sicuramente l’amore che ho per le persone che mi sono vicini qui a Milano e ovviamente il mio lavoro. E non solo il mondo legato alla moda, ma anche tutto quello che gli gira intorno ed è legato all’arte e al design, di enorme stimolo e interesse.

È cambiata la tua idea di eleganza? Chi è elegante e perché?
Assolutamente sì, mi sento più libero, senza la costrizione di avere un look maschile o femminile, ma tutto allo stesso tempo e nello stesso spazio.
Per me l’eleganza è avere un pensiero proprio che poi si riflette nello stile e portarlo avanti con la consapevolezza che non sono solo i vestiti a farlo, ma i modi e le maniere.

Sogni e progetti per il futuro?
Continuare a fare quello che faccio come Sarto e come stilista, sviluppare il mio atelier in un centro creativo dove si possano incrociare Arte e Moda. La pittura e la fotografia sono altre passioni che vorrei far diventare parte del DNA del marchio.