Conosco Pamela da qualche anno, è stata una mia studentessa dello IED di Milano, dove ha frequentato un master in comunicazione e styling, e chiunque mi segue sa bene quanto io sia felice di segnalare i progetti dei miei studenti, in particolare di quelli che mi tengono aggiornato e chiedono consigli nel tempo, dopo aver completato il loto percorso di studi. Pamela Mori Diaz, che ha origine italiane e in parte anche di Santo Domingo, ha abbandonato Milano per la Repubblica Domenicana, dove accanto ad un lavoro legato alla comunicazione sui social, ha anche abbinato qualcosa di decisamente più creativo, legato al mondo degli accessori. La linea di borse di Pamela si chiama Amori, un nome italiano, legato al suo, per ora, passato nel Bel Paese, dove Pamela racconta di voler tornare. E non solo questo nella nostra chiacchierata che segue. 

Come è nata la linea e perché le borse? 
La linea è nata come hobby quando mi sono trasferita a Santo Domingo perché ho visto che c’erano pochi brand locali che rispecchiavano il mio stile.
Ho scelto le borse perché sono sempre stato il mio accessorio must per elevare ogni outfit. 

Un nome particolare, da cosa nasce?
Il nome nasce dal fatto che qui a Santo Domingo, siccome Pamela è un nome molto comune, mi chiamano per cognome (Mori). Ho aggiunto la A davanti perché mi piaceva che formasse una parola italiana, per rimarcare le origini del brand e le mie.

Parlami della collezione che vediamo nelle foto e se puoi dacci qualche anticipazione sul futuro.
La collezione delle foto risale all’anno scorso, quando ancora ero agli inizi e non vedevo come avrei potuto continuare a sviluppare il brand. Le foto sono state scattate da un mio caro amico fotografo dominicano in un luogo molto tipico della Zona Coloniale. Adesso sto lavorando ad una collezione che, seppur molto simile a quella delle foto, vanterà modelli nuovi e una ricerca di stoffe e abbinamenti molto più complessa rispetto ad un anno fa.

Cosa c’è dentro la tua di borsetta? 
Dentro la mia Amori faccio stare veramente di tutto. Le borse sembrano piccole, ma non lo sono per niente. Una volta ad un evento sono riuscita a farci stare cellulare, portafogli, trucchi, power Bank e anche il pigiama, lo spazzolino e il dentifricio per rimanere a dormire a casa della mia amica che mi ospitava!

Quale la tua borsa feticcio e perché?
La mia borsa feticcio è una borsa di Coccinelle che mia madre ha comprato negli anni ’90 appena trasferitasi in Italia. É una tote in suede color cammello con un medaglione a forma di sole. Ricordo che le chiesi di indossarla  per la prima volta a 12 anni e su di me stonava tantissimo perché era chiaramente una borsa da donna che mi occupava metà braccio. Ricordo che quel pomeriggio andammo a far visita ad una sua amica che notò subito la borsa e si mise anche un po’ a ridere. La settimana seguente mia mamma mi portò nel negozio di borse del mio paese e da lì iniziai a collezionare le mie. La borsa ce l’ho ancora a casa in Italia.

Una giovane donna che lavora nel digital world, ma che proporne una linea di borse, Amori, per le ragazze dinamiche, fashion addicted e attive come lei! Intervista a Pamela Mori Diaz!

Donna di riferimento, per chi crei e quali i fashion heroes che hai in mente?
Le donne di riferimento in realtà sono le mie amiche ed io. Creo le mie borse per le ragazze come me che chissà non possano permettersi una borsa di marca ogni mese, ma abbiano comunque voglia di perseguire uno stile ben preciso e dare un tocco in più ai propri outfits, sia notturni, che nella vita di tutti i giorni.
Ma ho molti fashion heroes in generale, soprattutto donne che hanno rivoluzionato il settore, nomi come Diana Vreeland o Franca Sozzani.

Quali mondi sono capaci di ispirarti, cosa ami e da cosa arrivano gli input creativi? 
La mia ispirazione arriva da tante cose, sicuramente dall’ambiente che mi circonda, dai social, dai mille film che guardo e anche e soprattutto dagli anni che ho passato a Milano prima di trasferirmi. È un periodo della mia vita che mi manca tantissimo e a cui penso spesso.

La tua terra e l’Italia come entrano nel tuo lavoro?
Nel disegno e nell’estetica delle mie borse.

Cosa ti manca dell’Italia?
Tutto, in primis il cibo! In più, come ho già detto, mi mancano gli anni passati a Milano a studiare e a gironzolare per la città, piena di sogni e insieme alle mie amiche.

Il tuo ideale di eleganza?
L’eleganza per me è un atteggiamento. È saper trovare il proprio stile e la propria personalità e padroneggiarli al meglio. 

Il tuo motto personale?
It’s not how good you are, it’s how good you want to be!

Sogni nel cassetto e nuovi progetti?
Tanti, sempre troppi forse. Sono un’inguaribile sognatrice ad occhi aperti. Sicuramente adesso c’è la voglia di tornare in Italia e continuare a crescere, con la linea, ma anche nel mio lavoro nel digitale.