Due giovani designer, una lettera, la Y, ad unire i loro cognomi e a chiarire immediatamente la loro unione creativa e di vita. Una Y che trasforma Stefano Dassù e Pasquale Amoroso in uno dei marchi più interessanti ad affacciarsi al panorama di moda italiano. E DassùYAmoroso è ben più che una realtà street-punk, come si legge nella biografia ufficiale del duo, ma una linea in cui si riflettono molte delle risposte di stile a quelle domande che la società ci sottopone, in primis una realtà genderless, sempre più cara al pubblico di giovanissimi, ma non solo, in quei mercati più all’avanguardia, come Corea del Sud e Cina, a cui Stefano e Pasquale guardano, e di riflesso anche da noi. Chi mi segue Sto arrivando! Che sono stato uno dei primi, forse, a parlare di questo brand, ritrovandolo poi con piacere fra quelli invitati da AltaRoma a gennaio 2019 per il progetto Showcase, con una proposta sempre più ricca e trasversale, che li ha resi maturi per la passerella romana nell’edizione successiva di luglio 2019. Se AltaRoma si conferma così un Hub di talenti importanti, DassùYAmoroso hanno portato una ventata di creatività giovane e piena di idee, pronta ad un balzo davvero internazionale. Ho di nuovo chiacchierato con Stefano e Pasquale per farmi raccontare meglio come sta proseguendo la loro avventura.

Perché la decisione di sfilare ad AltaRoma?
AltaRoma insieme a Vogue Italia sono senza dubbio la vetrina più importante a livello nazionale ed una garanzia a livello internazionale per un brand emergente oggi. DassùYAmoroso è stato selezionato a gennaio 2019 per esporre nella sezione Showcase e a luglio per lo Show in Fashion Hub. Attraverso la sfilata riusciamo ad esprimere tutto il nostro mondo ed è come se i capi prendessero vita.

Ci raccontate la collezione e da quali input ispirativi nasce? Quale figura la indosserà
Abbiamo intitolato la collezione p/e 2020 “I AM WHAT I AM” perché vuole comunicare la libertà di essere se stessi sempre senza paure, contro ogni pregiudizio o barriera che la società ci pone. È infatti un trionfo di colori: rosa e verde fluo i protagonisti indiscussi, l’immancabile fantasia tartan (loro leit motiv, ndr) questa volta fiammata, spalmato rosa e vernice nera avevano effetto “glowing” e la rete nera a creare trasparenze ed effetti vedo/non vedo. Il cast delle modelle e dei modelli è avvenuto con estrema naturalezza e abbiamo mandato in passerella persone di tutti i generi ed etnie, a riflettere una società inclusiva, aperta e progressista. DassùYAmoroso vuole essere genderless, vogliamo infatti cercare di abbattere il più possibile la distinzione fra maschile e femminile per sentirsi liberi di vestire ed essere ciò che si è, senza preconcetti.
L’emozione della sfilata e di essere a Roma in un contesto importante. C’è un episodio o un momento che volete condividere con noi?
Siamo molto soddisfatti dello show: dai modelli e dalle modelle all’agenzia ed a tutti i collaboratori, make-up & hair, video e regia. Come nostra prima sfilata non avremmo potuto pensare o chiedere di meglio. Il momento più emozionante è stata la nostra uscita mano nella mano, anche questa non architettata, ma assolutamente naturale. Siamo una coppia nel lavoro, ma anche nella vita e quel gesto semplice di unione voleva essere un messaggio di spontaneità e di essere ciò che si è, appunto.

Dopo la partecipazione a Showcase a luglio 2019 DassùYAmoroso hanno sfilato ad AltaRoma e noi ritorniamo a chiacchierare con loro.

In generale le vostre icone di riferimento quali sono? E cosa vi piace, cosa è in grado di ispirarvi e influenzarvi?
La nostra icona di riferimento nella moda è senza dubbio Vivienne Westwood, paladina del punk ed anticonformista che, oltre a proporre bellissime creazioni, lega il suo lavoro a nobili cause, quali per esempio il cambiamento climatico e lo spreco di risorse con la sua celebre frase “Buy less, choose well”. Siamo molto ispirati dall’Asia, troviamo infatti che là le nuove generazioni abbiano molta più fluidità di genere e lo esprimano nell’abbigliamento e nell’estetica. La nostra attenzione è focalizzata in particolar modo sulla Cina ed il sud della Corea che sono assolutamente “on point” e quello che noi definiremmo futuristico, lì è già realtà.

Ha ancora senso il concetto di eleganza e che cosa è elegante per voi?
Il concetto di eleganza è per noi più legato ad un modo di porsi, piuttosto che la definizione di un tipo di abbigliamento o modo di abbigliarsi. Spesso si usa dire che una donna è elegante in quell’abito, oppure un uomo in abito elegante, legato ad una “mise” formale magari ad una cerimonia, tuttavia è la persona ad essere elegante e cioè l’insieme dei suoi gesti e modi di muoversi e di interloquire. L’eleganza non deve mai passar di moda.

Progetti per il futuro?
Progetti per il futuro a breve saranno la collaborazione con il duo Sem&Stènn, realtà queer del pop italiano e Alessia Labate, artista emergente della pop/dance. Stiamo progettando la prossima collezione a/i 2020 che sarà sempre più genderless e stiamo pianificando i prossimi step da affrontare. Immaginiamo una collaborazione con partner cinesi con i quali stiamo aprendo i contatti ed hanno espresso interesse per la nostra visione e progetto. Stiamo ipotizzando un ritorno ad AltaRoma per gennaio, quindi allacciatevi le cinture!