Conoscevo da tempo Emily Lee, soprattutto il suo lavoro, oltre ad averla incrociata più volte a Milano in quei terreni comuni, fra presentazioni e sfilate, tipici dei calendari della moda. Poi, complice una mia importante collaborazione per una realtà online, e non solo, internazionale, della quale lei è l’editor italiano, cioè il mondo di Design Scene e Male Model Scene, ci siamo conosciuti meglio, abbiamo chiacchierato e ammetto che mi ha subito conquistato per la simpatia e l’intelligenza acuta. Originaria di Seul, nella Corea del Sud, Emily lavora come stylist, ed è una di quelle colleghe il cui lavoro è sempre interessante e spunto di riflessione e ispirazione, in poche parole: Emily è brava, e tanto. Ma più di tutto è una amica il cui commento e giudizio ha sempre un grande valore per me. E, in questo momento difficile, ripenso con affetto e nostalgia alle nostre cene durante le fashion week, con gli amici Zarko, Katarina e Igor che da Belgrado arrivano a Milano per le sfilate, ma anche per scattare editoriali in cui io non solo do il massimo, ma mi diverto sempre molto. Una piccola famiglia, che fa piacere ricordare qui. Come è un grande piacere ospitare Emily, per farmi raccontare un po’ il suo percorso e la sua visione della moda contemporanea. Eccovi la nostra chiacchierata.
Come ti sei avvicinata alla moda e quando ne hai fatto una professione?
Ho vinto una borsa di studio per una importante scuola di Milano nel 2000 e ho cominciato subito a lavorare nel 2002, dopo esser stata per un anno assistente di uno stylist.
Perché hai scelto l’Italia e Milano?
Ho sempre avuto una grande stima per l’Italia, una ammirazione grande non solo per la cultura e l’arte, ma anche per la moda e la cucina.
Milano è il cuore della Moda internazionale, ed è un luogo importantissimo dove poter assorbire tutto ciò che è legato a questo sistema, imparare ad essere un creativo e poi diventarlo.
Cosa ti piace e cosa invece no del nostro Paese?
Mi piace la gente che trovo calda e umile. E non dimentichiamo il vino. Poi la cucina e il clima, e voi uomini, che siete davvero belli! Non mi piace la burocrazia, che trovo che trovo lenta, ma cerco di comprendere.
Cosa ti manca invece del tuo?
Certi cibi piccanti l’inverno e sicuramente la compagnia della famiglia nei periodi festivi.
Cosa ti ha insegnato questo mestiere da un punto di vista personale
Di non avere pregiudizi e di non essere banale quando si lavora con la bellezza, di riuscire a trovare il giusto bilanciamento tra sensualità e volgarità.
Il tuo motto personale invece?
Sicuramente: “Move your ass instead of crying at home” ( lo dice in inglese e suona come: “Muovi il sedere invece di startene a casa a piangere!”, ndr).
Da dove ti arrivano le ispirazioni e quali altri amori hai oltre alla moda?
Da varie fotografie del passato, da vari film classici, un po’ di tutti i generi fino ad arrivare anche ai cartoni animati. Poi adoro certe nonnine che vestono in maniera simpatica e pittoresca, sopratutto inverno. Poi l’architettura nei diversi Paesi. Oltre la moda poi amo l’arte contemporanea e la musica jazz, artisti come Caecilie Norby, Madeleine Peyroux,.Ella Fitzgerald, Etta James, per citarne alcuni.
Quali sono i tuoi fashion heroes e perché?
Te ne cito uno su tutti, è un fotografo di moda, si chiama Michal Pudelka. spesso vediamo in giro immagini uguali alle sue e questa si chiama tendenza. Lui ha cambiato prospettiva di rivalutare la bellezza e l’inquadratura fotografica. Ogni sua foto sarebbe da incorniciare. Tanti lo copiano, ma lui rimane unico!
Il tuo ideale di eleganza?
Sobrietà, ma arricchita da dettagli capaci di farla esagerare. Non so come definirla, potrei dire l’esagerazione nel sobrio! Essere minimal, avere uno stile essenziale, caratterizzato però dai giusti accessori.
Dalla Corea del Sud a Milano. Emily Lee è l'italian editor di MaleModelScene e DesignScene e ci racconta il suo percorso.
Che cosa non può mancare nel tuo guardaroba?
Direi che nel mio armadio deve esserci assolutamente un bel cappotto, ma anche una giacca oversize, che caratterizza molto il mio stile. (Confermo, ndr).
Puoi dare ai miei lettori un consiglio di stile per lui e uno per lei?
Lui deve avere sempre delle scarpe belle, pulite e lucidate da abbinare a bei calzini. L’eleganza sta sempre rigorosamente nei dettagli! Questo vale anche per noi donne e consiglio di accessoriare sempre con oggetti che riflettano il proprio carattere e identità.
Che cosa è il bello per te?
Il bello è farsi emozionare da un semplice elemento e riuscire a goderne. Può essere qualsiasi cosa visibile e non visibile, toccabile, ma anche non palpabile, non toccabile, che possa far ridere o piangere, rumorosa, ma al tempo stesso piacevole. Il bello può essere ovunque e in qualsiasi cosa, basta saperlo cogliere!
Come pensi cambierà la moda dopo questo momento difficile?
Ovviamente ci sarà un periodo economico difficile. Gireranno meno soldi e penso che di questo il sistema soffrirà molto, stilisti, ma anche produttori e buyer.
Come tendenza prevedo usciranno colori strong, forti e super colorati, ipervitaminici, perfetti come antidepressivo, o comunque pensati per quello. E, che ci piaccia o no, la mascherina o accessori simili in vari tessuti e dimensioni saranno i nuovi must-have della moda dei prossimi mesi.
Che progetti hai per il futuro?
Ti confesso che mi piacerebbe scattare vari gruppi di persone che non siano modelli professionisti, tipo atleti, ballerini, bambini, teenager e così via. Ti tengo aggiornato!
Stefano Guerrini
I consider myself a pop archaeologist, a commited fashion enthusiast and a style searcher. I like to share my passions and my stories. And as someone said way before me: "Don't stop to speak or look around...". Enjoy my vision!
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