Anni fa, grazie ad un amico comune, conobbi un giovane designer appena uscito da una scuola di moda, che creava splendidi abiti couture con elementi provenienti dalla natura, una moda veramente ecologica e completamente diversa da tutto ciò che io avessi mai visto prima. Quel ragazzo era Tiziano Guardini, sono passati alcuni anni e ora Tiziano è una figura rilevante della scena creativa italiana, grazie alla sua progettualità che ha sviluppato l’idea di una moda eco-friendly, facendola diventare un punto basilare della sua collezione, in un momento storico in cui da molte parti si è finalmente sentita l’esigenza di un approccio di questo tipo. Tiziano ha sfilato durante la settimana della moda milanese, è una presenza costante nelle pagine di Vogue Talents, spazio voluto da Sara Sozzani Maino, sull’importante magazine, ma anche online, e ha vinto il premio Franca Sozzani GCC Award for Best Emerging Designer alla prima edizione dei Green Carpet Award nel 2017.
Un lavoro appassionante e di ricerca il suo, che mescola un immaginario poetico con uno spirito fortemente contemporaneo, innovazione e capi che non dimenticano mai che ad indossarli deve essere una donna attiva, dalla personalità eclettica. Un giusto mix che rende le proposte di Tiziano perfette, non solo per la loro filosofia sempre eticamente corretta, ma anche perché mai lontane dai desideri delle donne per cui disegna. L’ho incontrato proprio per farmi raccontare le ultime novità e questa è la chiacchierata che abbiamo avuto.

Tiziano, mi racconti questa collezione?
La collezione racconta di un “ritorno a casa”, ovvero un ritorno a ritrovare noi stessi e una connessione con il Tutto. È il viaggio intrapreso da una donna metropolitana sentendo il desiderio di tornare nella villa di famiglia sul lago, svegliandosi improvvisamente durante la notte si dirige nel bosco confinante con il suo giardino e improvvisamente si ritrova immersa nell’universo, percependo chiaramente se stessa parte di esso. Quindi ho voluto sperimentare ancora più profondamente il tema dell’Upcycling, come rivalorizzazione di qualcosa di esistente, pensando alle persone che hanno creato dei tessuti che adesso fanno solo magazzino. Ho fatto una ricerca tra i partner che trovavo più interessanti per raccontare questa storia.

Ci fai qualche nome?
Uno su tutti è la tessitura Luigi Bevilacqua, la storica tessitura veneziana, la prima visita è stata un’emozione che ancora riempie i miei occhi. Ritrovarsi immersi in antichi telai che portano avanti una tradizione antica, vera e propria poesia, riprendendo disegni anche di fine ‘400. Poi ci sono stati altri partner, tra cui il Lanificio Cerruti, che abbiamo portato nell’universo femminile, la loro collezione serve in overstock di tessuti da cerimonia maschile. Econyl, è la parte innovativa di questo fare Upcycling, producendo nylon rigenerato dalle reti da pesca trovate in mare e altri materiali di scarto. Il distretto di Prato con Texmoda si è confermato un partner fondamentale con la loro lana rigenerata. Come vedi mi piace creare una squadra di persone e anche aziende che vogliano lavorare in una certa direzione, costruendo così insieme quel racconto.

Quali le difficoltà di lavorare sostenibile e quale le opportunità?
Iniziamo con le difficoltà, così chiudiamo con le opportunità che mi sembra sia più bello. Bisogna considerare che non è sempre facile reperire quello che si vuole, quindi a volte la ricerca ti richiede molte energie. Spesso lavoro “gomito a gomito” con le aziende tessili creando insieme il tessuto per la collezione o nel ricercare nel loro magazzino. A volte poi ti scontri con costi più alti, ma vorrei sfatare il mito che sia sempre così. Alcuni materiali sono sostenibili e non estremamente costosi. Le opportunità sono molto spesso una ricerca e una strada nuova da percorrere. Per esempio quando ho vinto il premio “Franca Sozzani GCC Best Emerging Designer” ho presentato paillettes da gusci di molluschi, perché giustamente durante il concorso veniva chiesto di non usare paillettes plastiche. E poi conosci tante persone appassionate come te che stanno, a volte molto duramente, creando un mondo migliore per tutti. Non è bellissimo?!

Uno dei nomi più importanti della nuova moda legata alla filosofia eco-friendly, sempre più importante anche nel nostro fashion system. L'intervista a Tiziano Guardini, un vecchio amico di stefanoguerrini.vision!

Cosa ti ha insegnato questo tuo percorso nella moda?
Non so se lo sai che io ho una laurea in economia, perché i miei genitori non credevano nel poter realizzare pienamente i sogni, così hanno ostacolato questa mia decisione di fare il designer già da adolescente, e invece mi hanno indirizzato verso studi “sicuri”. quindi dalla decisione di iscrivermi all’Accademia di Moda credo che il più grande insegnamento sia quello di credere davvero nei propri sogni, di tentare di tutto per raggiungerli, e nella sfida di realizzarli trovare la gioia di andare nella direzione che si vuole perseguire. “Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi”, come dice una famosa citazione, un po’ come la situazione attuale che ci impone di rialzarci e avere “l’opportunità” di creare qualcosa ancora migliore e più in armonia con noi stessi e quindi con il pianeta e l’ecosistema di cui facciamo parte.

Come immagini il futuro del sistema moda dopo questo periodo difficile?
Con speranza, mi aspetto che ci sia reso davvero conto di un modo di produrre non sostenibile. Abbiamo sentito per primo Giorgio Armani ripensare al suo assetto, poi altre iniziative hanno fatto e stanno facendo sistema in tal senso. Una a cui sto aderendo è rewiringfashion che affronta vari temi dai tempi dei calendari troppo pressanti al ripensare la politica degli sconti. Una bellissima iniziativa proprio su fare sistema, e quindi un po’ nuova nel nostro ambiente è stata creata da CNMI e CNMI Fashion Trust , “Together for Tomorrow”, che sta raccogliendo fondi per sostenere le nuove generazioni e inoltre stanno facendo una serie di Webinar per confrontarci con altre persone autorevoli nella nostra industria e avere così una visione anche trasversale. Dal giornalismo alla distribuzione fino alla comunicazione. Credo che già il fatto di fare questo progetto tutti insieme, non come competitor, ma come alleati mi sembra un’ottimo esempio del futuro che vorrei vivere.

Progetti e sogni per il futuro?
Rialzarmi più forte!