Lo style sketch cambia forma.
Sempre illustrazioni, non più però le sfilate fine a se stesse o un trend che già si è visto, ma il tentativo di rielaborare quello che è lo Zeitgeist, lo spirito dei tempi, e provare a sondare il futuro che verrà.

webelieveinstyle ha sempre cercato di raccontare, accanto a ciò che ci piaceva, ma era già conosciuto, anche i nuovi fermenti e i nuovi nomi del fashion design, questa volta vi racconteremo quello che saranno i trend futuri, analizzando quello che già c’è e anticipando il mainstream nelle scelte di gusto.

Lo facciamo grazie ad una insider della moda, una designer con un invidiabile curriculum vitae e che da sempre, da vera cool-hunter, racconta in anticipo quello che saranno le stagioni future della moda.
I disegni di Claudia Vanti, ma anche il suo fiuto per i cambiamenti, e le mie parole, uniti in questo nuovo corso di una rubrica che ha sempre avuto ottimi riscontri e con la quale ora scendiamo un po’ più in campo, abbracciando il nostro animo di trend-setter.

Iniziamo con un mondo che già da un po’ ha contaminato la moda mainstream, ma che ora sta assumendo connotazioni davvero interessanti: lo sportswear.
Se, a dispetto che se ne stia parlando già da molto, anche l’edizione di Pitti Uomo alle porte ha intrapreso un percorso in quello che hanno chiamato athleisure, la tendenza che vuole lo sporty non solo contaminare il formale, ma diventare anche una sorta di lifestyle che scuote il guardaroba all’insegna del confy, dell’innovazione tecnologica a favore delle performance ginniche e così via, allora noi ci stiamo vedendo giusto.

Lo stile sportivo già da un po’ contamina il guardaroba formale, ora si parla di Athleisure, fra logomania e nuovi volumi.

Da un lato il ritorno del logo, ma a differenza della fine degli anni Novanta in cui logomania era sinonimo del rilancio di Gucci grazie a Tom Ford, del successo della Baguette di Fendi con la fibbia a doppia effe, o la saddle bag pensata da John Galliano, con la parola Dior ripetuta ossessivamente, ora sono i marchi sportivi a fare sfoggio del proprio logo in ogni capo che si possa immaginare.
Ha iniziato Gosha Rubchinskiy, mandando in passerella capi con nomi di brand super famosi negli eighties, e in un attimo i departmente stores si sono riempiti di scritte come Fila, adidas, Robe di Kappa, grazie anche a collaborazioni e capsule collection con nomi della moda contemporanea come MSGM o County of Milan.
Poi è arrivata Rihanna con il suo marchio Fenty X Puma, e le schiere di ragazzi e ragazze che ha mandato in passerella con capi coloratissimi, in tessuti tecnici che usciti dalle palestre diventano divisa del quotidiano, con volumi che vanno dal body conscious, attillatissimo e sexy, al confy più baggy che ammicca alle tribù hip-hop old school.

Citazionismi retrò, logomania, mix and match di materiali da sporty addicted, il tutto condito da un’attitudine molto urban.
Uno stile forse per ora ancora di nicchia. Per noi un trend che segnerà decisamente le stagioni a venire. Scommettiamo?

Sketches + dida: Claudia Vanti
Words: Stefano Guerrini