C’è chi dice che la moda non serve a niente.
In un mondo sopraffatto dall’individualismo, accecato dalla paura del diverso e determinato dal solo bisogno personale, in una società che perso quel naturale istinto alla ‘polis’ e quella volontaria adesione al bene comune, a cosa servirebbe, in effetti la moda? A evadere, a far sognare, dicono i più illuminati, riponendo nel solo istinto al possesso la chiave per la sopravvivenza di un settore che, complice la crisi dei mercati e l’avanzata dei nuovi guru della rete, ha forse perso un po’ di quello smalto che, all’età dell’oro, plasmava messaggi e cultura a suon di ago e filo. Eppure, nonostante tutto dica il contrario, la moda può fare ancora molto per questo mondo che ha smesso di sognare. Non si tratta di scendere in piazza a protestare, tanto meno di filosofeggiare archetipi culturali di facile comprensione; da sempre la moda ha infatti solo un obiettivo: produrre la vera bellezza, non quella semplice e veloce che consuma la propria vita in una adrenalinica vampata di emozioni, ma quella autentica, luogo dove il messaggio trova la materia, diventando così espressione di un io che guarda, vive e giudica.
Così, nel calendario delle sfilate uomo per il prossimo inverno, stupisce come alcuni designer mettano sempre più in campo il coraggio, rinunciando alla strada facile e proseguendo in un cammino personale di crescita, dove stile e design non possono fare a meno della vita e della realtà, provando a rispondere con la personale esperienza.

È il caso, ad esempio, di Stella McCartney, che nella collezione uomo autunno/inverno 2019 prende ispirazione dalla propria infanzia, ricordando in moda i principi ispiratori di “Yellow Submarine”, film cult di animazione del 1968 diretto da George Dunning con protagonisti i Beatles.
La moderna Pepperland, paese dominato dalla musica, dai colori e dall’allegria, è ridisegnata da Stella in un tripudio di tonalità vivicizzanti e lavorazioni tradizionali, dove i riferimenti cinematografici e canori sono riprodotti su camicie, maglioni e capi outwear: i ritratti dei Beatles in stile cartoon appaiono su impermeabili, su toppe e lavorazioni ad intarsio decostruite e invertite, dando vita a pattern pop e vivaci che rielaborano il classico gusto british con le tendenze più attuali della moda maschile. Molti i riferimenti alla colonna sonora del film, come i numeri presi in prestito dalla canzone “When I’m 64” fissati sul tessuto con una innovativa tecnica di fissaggio a caldo, o le toppe “All you need is love” delle camicie e degli splendidi maglioni.

La collezione maschile di Stella McCartney per l’autunno/inverno 2019 cita i Beatles di “Yellow Submarine” e ci riporta a Pepperland.

La sartoria è caratterizzata da silhouette morbide, confortevoli e decostruite: i gessati e i check vengono lavorati con la tecnica del patchwork per un tocco più moderno, mentre i pantaloni, particolarmente confortevoli, sono proposti in versione bicolore nella tonalità cammello chiaro e scuro, un altro riferimento al film.
In linea con l’impegno di Stella McCartney a favore della sostenibilità, la collezione include jersey e denim in cotone biologico, cashmere rigenerato e cotone riciclato: da sempre il brand lavora alla risoluzione di problemi e alla ricerca di proposte innovative nel nome di un futuro più sostenibile.
Così la collezione di Stella McCartney insegna come nella moda, come nel mondo, occorre una rinnovata adesione all’ideale, motore di una rinascita che, oggi più che mai, appare indispensabile.